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Joga Malinho – “Spaco botilia, amazo familia”: la pericolosità del girone F ai Mondiali brasiliani


Manca sempre meno all’inizio dei match e noi ci avviamo alla fine delle presentazioni. Oggi è il turno del girone F, composto da Argentina, Bosnia, Iran e Nigeria. Basta solo nominare queste squadre per capire come il più alto tasso di criminalità del Campionato del Mondo è concentrato in questo raggruppamento.

Ma partiamo dall’Argentina. E’ bello, bellissimo avere Leo Messi in squadra. E Aguero, Higuain, Di Maria. E’ altrettanto bello, bellissimo per Leo Messi essere protetto da una squadra di squartatori professionisti assoldati a fior di pesos nei peggior bar di Buenos Aires. Parliamo di tale galeotto di nome Marcos Rojo, che vanta sei omicidi, quattro gole tagliate e duecentotrentasei rapine in banca. O Ezequeil Garay, che potrà narrare ai nipotini dieci sequestri di persona, trecentoquarantadue scippi e ora anche una partecipazione alla Coppa del Mondo. Insomma questa Argentina è un plotone di spietati cani sciolti a tutela dei quattro maestri del fùtbol che da soli possono benissimo vincere le partite. Questa malavida d’eccezione è guidata dal nefando portiere Romero, scarsissimo tra i pali ma espertissimo nell’uso del coltello serramanico. Lo stesso Romero ha convinto l’allenatore Sabella a non convocare l’atroce Carlos Tevez: dopo un anno alla Juventus l’Apache era troppo appagato dall’abbondanza di furti.(Juventini, si scherza, ndr).

La Bosnia, invece, è alla sua prima apparizione al mondiale. Quale migliore occasione per sfoggiare la nuova collezione di kalashnikov d’assalto. E quando i kalashnikov saranno esauriti, Dzeko e compagni passeranno al vecchio metodo dei vicoli di Sarajevo: “spacco botilia, ammazzo familia”: un massacro di gruppo utile e divertente, anche in caso di tempi supplementari. Gli avversari sono avvisati. E nel momento estremo in cui nemmeno la “botilia” basterà, sarà il turno della balalaika. In piena fronte. Sono così docili questi bosniaci. Sembra che anche il Dalai Lama tiferà per loro.

Ma passiamo allo sportivissimo Iran. Il giocatore più rappresentativo è l’ala del Fulham Dejagah, per il resto anche Wikipedia fa fatica a trovare indicazioni sulla presunta storia di questa compagine del medio oriente. Le uniche informazioni trovate sono in antica lingua araba mista a geroglifici e dalle mie parti non esiste la pazienza di mettersi a tradurre. Si sa per certo che il punto di forza degli iraniani sarà il solito esplosivo nei calzettoni. O in alternativa, la scarica di miniciccioli e minerve. Per quanto riguarda il punto di vista tecnico-tattico mi affido alle parole del maestro De Andrè: “Così pensava forte un terzino disperato, se non del tutto giusto quasi niente sbagliato, cercando il fallo idoneo adatto al suo tritolo, insomma il colpo degno d’un bombarolo!”.

Chiudiamo infine con la Nigeria. Anche qui la malvivenza si fa rispettare e parecchio. Ne sa qualcosa il calciatore della Lazio Onazi che saltuariamente rapisce nella foresta il tirchissimo Presidente della Lazio
Lotito
pur di costringerlo a mollare qualche spicciolo. Si narra altresì che lo stesso Lotito paghi il riscatto in cambiali e assegni postdatati. Ma a quanto pare non conviene scherzare coi fuorilegge nigeriani in quanto specialisti nella completa sodomizzazione della vittima. Quindi attenti alle marcature, specie se in squadra gioca un enorme difensore centrale di nome Godfrey Oboabona; a dispetto dell’appellativo, non promette proprio nulla di buono.

A domani per il Girone G.

Joga Malinho!

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Val Derrama

Val Derrama è lo pseudonimo di Dario Damico e deriva da Carlos Valderrama, ex calciatore colombiano degli anni 90 famoso per il suo look estroso e particolare. Dario Damico è un appassionato di calcio di lunga data. Nato nell'89 e tuttologo del pallone, colleziona cimeli legati al football. Ha scelto di raccontare il Mondiale per LiveUniCt utilizzando la sana ironia. Perchè un sorriso è un'emozione. Come un gol.

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Val Derrama

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