Sbarcati solo in tarda serata i superstiti scampati al naufragio del Canale di Sicilia, dove hanno perso la vita ben 17 persone, tra cui anche bambini. Sguardi spenti, tanto dolore e disperazione, soprattutto per quei bambini disorientati che hanno perso entrambi i genitori durante la traversata. Si racchiude in queste poche e disarmanti parole lo sbarco che è andato avanti fino a tarda notte e che ha visto distribuire beni di prima necessità ai migranti della nave Grecale.
Presente anche il rettore dell’Università degli Studi di Catania Giacomo Pignataro, il prefetto Maria Guia Federico ed il vicesindaco del Comune di Catania Marco Consoli. Ed è stato proprio il rettore dell’Ateneo catanese a dare il beneplacito per la disponibilità dei locali del CUS Catania ad accogliere i migranti, dove sono stati serviti pasti caldi e materassini offerti dal Cara, data anche l’inagibilità del PalaSpedini, visto che fino a poche ore fa aveva ospitato 170 migranti e la necessità di 48 ore per risanare i locali.
Tra i presenti anche il capitano della nave Grecale, che ha dichiarato con certezza che il barcone stracolmo di persone si è ribaltato in acque internazionali, anche se le dinamiche del naufragio sono ancora da definire.
Lo stesso sindaco di Catania Enzo Bianco ha dichiarato: “L’Europa ed il Governo italiano non possono ricordarsi di questo fenomeno migratorio che causa tanto dolore e sofferenza solo quando si verificano dei morti. La città di Catania non si tira indietro e anche oggi faremo la nostra parte con la dignità della nostra gente, ma va detto che chiaramente siamo al collasso“.
“La città non si sottrae alla solidarietà per queste povere persone, ma la Sicilia non ce la fa più e la prospettiva, a sentire dalle previsioni internazionale, è quella di un ulteriore aggravamento della situazione degli sbarchi, con centinaia di persone che attendono di imbarcarsi per raggiungere il confine europeo. Bisogna dare alla Sicilia mezzi e strumenti per fronteggiare questa emergenza umanitaria continua“, ha continuato il primo cittadino etneo.
«L’emergenza dei migranti – afferma il rettore Pignataro – vede tutte le istituzioni cittadine in prima linea, e anche l’Università, luogo di cultura e integrazione tra popoli, ha l’obbligo di aiutare queste persone, sopravvissute ad un’immane tragedia. Per questo – continua il rettore – abbiamo deciso di concedere, pur tra mille difficoltà organizzative, i locali del Cus a superstiti e soccorritori. Questa decisione ci ha ovviamente obbligato a sospendere momentaneamente tutte le attività del Centro. Tali attività riprenderanno comunque in tempi brevi, quelli strettamente necessari al trasferimento dei superstiti nelle strutture adeguate».