«Ho fatto la scelta giusta? Ne vale la pena? La mia fatica ed i miei sacrifici verranno ripagati?», «E se provassi i test d’ingresso per…?», «E se mollassi tutto per cercare un lavoro?»: sono questi alcuni dei pensieri che attraversano la mente di uno studente universitario, alcuni quotidianamente, altri soltanto durante la sessione d’esame, altri ancora subito dopo aver visto il telegiornale o aver letto un quotidiano.
Complice anche l’ambiente universitario, non sempre rassicurante e meritocratico, sono tanti gli studenti dubbiosi sul proprio futuro e sulle proprie scelte didattiche. Ed a ragion veduta. Facoltà come quella di Farmacia, per esempio, venivano ritenute, fino a poco tempo fa, percorsi dotati di uno sbocco se non assicurato, quantomeno molto probabile. Le notizie che circolano di recente, sono, però, tutt’altro che ottimistiche. Ma le voci sono appunto voci, e, per fortuna, nell’ambito ufficiale esistono le statistiche. Nelle righe che seguono, cercheremo di fornire una prospettiva precisa della situazione dei laureati in Farmacia, secondo le informazioni provenienti dai dati statistici raccolti da Almalaurea. Gli atenei che abbiamo messo a confronto interessano, coerentemente alle usuali classifiche degli atenei di Farmacia italiani, la fascia d’eccellenza, con l’ ateneo di Padova, prima tra le facoltà di farmacia in Italia, quella di Bologna, un po’ più in basso in classifica, Parma, a rappresentanza della fascia media, Bari e, purtroppo, Catania, a delineare i posti bassi della classifica.
Cominciamo col tasso di occupazione: ad un anno dalla laurea, prevedibilmente, dominano Parma (73,3%) e Padova(68,7%). Occupazione al 59,2%, invece, per i laureati dell’ateneo Bolognese. Netto distacco in negativo per Catania e Bari, rispettivamente al 42,1% e 37,8 %. Bisogna, inoltre, specificare che, di questi, il 16,9% a Catania, il 15,5% a Bologna, il 13,3% a Padova, l’ 11,8% a Bari ed il 10,9% a Parma stanno semplicemente proseguendo un lavoro precedente alla laurea. Significativo anche il fatto che ai ragazzi meridionali non risulti troppo utile la formazione post- laurea, in quanto il 72,1% a Bari, il 58,3% a Bologna, il 51,9% di Catania , contro il 50,8% di Padova, il 46,7% di Parma, sta partecipando o ha partecipato ad un’attività di formazione post-laurea.
Attenzione, però, a non trarre conclusioni affrettate. È vero, infatti, che, finora, la situazione non appare delle migliori per gli atenei meridionali, ma, per gli ex-studenti che hanno conseguito la laurea tre e cinque anni fa, il quadro è molto diverso.
Dopo tre anni, infatti, Parma(79,3%) e Padova(79,1%) rimangono in testa, ma Catania (71,8%) e Bari con un 71,7% superano, seppur di poco, Bologna ed il suo 70,8%.
Situazione ancora migliore dopo cinque anni dal conseguimento della laurea: infatti, l’88,4% a Padova, l’ 88,2% a Parma, il 79,8% a Bari, il 77,6% a Catania ed il 77,3% a Bologna sono le percentuali dei laureati in Farmacia che stanno lavorando, seppure gli occupati che proseguono un lavoro precedente alla laurea siano sempre abbastanza alti a Padova e Parma, con 11,5% e 8,9% , un po’ meno a Bologna(5,9%), e non molti a Catania(2,6%) e Bari (1,0%).
Nuovamente elevata è la formazione post laurea al meridione: Bari(79,5%) la più alta; seguono Catania(68,0%) e Bologna (67,3%); in fondo il 62,0% ed il 54,3% di Parma e Padova.
Di, conseguenza, a tre anni dalla laurea, gli occupati che ritengono la laurea efficace per il proprio lavoro, sono il 97,3% a Parma, il 91,6% a Bologna, mentre a Bari e Catania rispettivamente il 91,1% ed il 90,5%. Soltanto l’ 87,8% dei laureati padovani la ritiene efficace, coerentemente al fatto che, di questi, il 6,6% sta proseguendo un lavoro precedente alla laurea, un tipo situazione più rara a Catania(2,7%) e Bari(1,1%).
Veniamo, infine, al tasto dolente, almeno per gli studenti meridionali: i compensi. Gli stipendi mensili netti, neanche a dirlo, al meridione sono i più bassi, aggirandosi sotto i mille euro a Catania(907€) e Bari(893€), a differenza dei 1.164€ di Parma, i 1.163€ di Padova ed i 1.102€ di Bologna. Questo, il quadro generale ad un anno dalla laurea.
Lieve miglioramento dopo tre anni, con stipendi netti mensili di 1.350€ a Padova, 1.322€ Parma, 1.258€ a Bologna, ed un ex aequo a Bari e Catania con 1.228€.
Tirando le somme, sembra quindi che la situazione per i ragazzi iscritti in Farmacia, non si prospetti così negativa, e che, nel lungo termine, perfino gli atenei di Bari e Catania, in fondo alla classifica, garantiscano un titolo utile ad inserirsi nel mondo del lavoro, o, se non altro, una carta in più per provarci…