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Fuga di cervelli? Un laureato su quattro va via da Unict: le statistiche della triennale

titanic unict
Vignetta di Valentina Wrzy| © 2014 Liveuniversity. Tutti i diritti riservati

Se avessero viaggiato tutti insieme avrebbero affollato otto aerei di linea, tre treni “Italo” o, ad occhio e croce, circa 600 automobili. Oppure, se fosse ancora esistito, avrebbero potuto riempire il Titanic: non per raggiungere l’America, ma per volgere i propri orrizzonti a corsi di laurea di specialistica più adatti alle loro necessità. Stiamo parlando dei laureati dell’Università di Catania che nel 2013 hanno preferito lasciare e continuare gli studi altrove. Se la stima che abbiamo tratto dai dati Almalaurea fosse reale, sarebbero circa 1180 i cosidetti “cervelli in fuga”. Un dato non ufficiale, ottenuto applicando la percentuale del 28% dal campione di intervistati(3643) Almalaurea alla totalità dei laureati, ovvero 4220. Quasi un vero e proprio esercito garibaldino.

LE PERCENTUALI DEI SINGOLI CORSI: le statistiche variano in maniera consistente per ogni singolo corso di laurea. Le tendenze più rilevanti si registrano nei dipartimenti di Scienze Umanistiche, Ingegneria, Scienze Politiche e nel corso di Informazione scientifica sul farmaco. Per quest’ultimo tuttavia bisogna considerare che il numero di laureati per anno è molto più ridotto rispetto agli altri corsi di laurea. Non indifferenti i dati di Chimica e Scienze Motorie che si attestano intorno al 40%. I più “fedeli” sono invece i neolaureati in Scienze e tecnologie Agrarie, Economia e gestione delle imprese turistiche, Storia (Sc. Politiche), Informatica e Scienze Geologiche: la percentuale dei laureati che lasciano l’ateneo catanese è inferiore al 10 per cento.

LE MOTIVAZIONI DI ALCUNI EX STUDENTI UNICT: Trovare un unico comune denominatore alle esigenze che spingono gli ex studenti ad andare via non è semplice. Abbiamo provato a chiedere proprio ad alcuni di loro il motivo di tale scelta. «Mi sono iscritto al corso di Teorie e Metodi della comunicazione a Milano perché credo che sia piu’ completo rispetto a quello di Catania. Confido sul fatto che mi possa offrire più sbocchi lavorativi, di cui alcuni docenti mi hanno parlato sin dalla presentazione del corso di laurea » – ci spiega Claudio Battiato, che poco tempo fa si è laureato in Scienze della comunicazione a Catania.

Un’altra variabile in gioco è sicuramente la voglia di “aria nuova”: «Per il mio corso di studi fare esperienze diversificate è fondamentale e credo sia questo il motivo per cui anche molti miei colleghi hanno scelto di proseguire gli studi fuori dalla Sicilia»– ci racconta invece Pietro Figuera, che attualmente frequenta il corso magistrale di Relazioni internazionali a Bologna. A questo si sommano anche alcune ragioni “fisiologiche”, come accade per il corso di Filologia Moderna: essendo ristretto l’accesso ad un numero di studenti minore dei laureati in Lettere, alcuni di essi sono costretti ad iscriversi altrove.

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