Pan Pan, la start up che cambierà la vita a 10 milioni di persone. Intervista all’ideatore Antonio Famulari

PanPan è un’applicazione smartphone che permette di ottenere informazioni relative a una qualunque area geografica, chiedendole direttamente a chi si trova lì. Che si tratti di consigli, informazioni pratiche, o semplici curiosità, Panpan permette di ottenere risposte in maniera facile e veloce a domande difficili, perché riferite a uno specifico luogo geografico, soggettive, in tempo reale e relative a una specifica area di interesse.

Abbiamo intervistato Antonio Famulari, ideatore insieme ad altri colleghi della start up che, secondo il ChangeMakers for EXPO 2015, cambierà la vita di 10 milioni di persone!

1- Ciao Antonio, da chi è composto il team? Come vi siete conosciuti?

Siamo 3 ingegneri siciliani, ci siamo incontrati a Parigi dove io sto completando un PhD e Michele e Walter hanno lavorato per oltre un anno. Si è subito creato un gran feeling. Vista anche la complementarità di competenze e vocazioni (uno più orientato al business development e due sulla tecnologia) non abbiamo avuto dubbi che fosse il momento giusto

2- Come vi è venuta questa idea? Cosa vi ha spinto a proporre PanPan come start up innovativa?

L’idea nasce dall’osservazione che, mentre le nostre aspettative nei confronti di Internet in termini di potenziale informativo aumentano costantemente, spesso gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono all’altezza delle aspettative. Si pensi alla ricerca di informazioni di nicchia, ad esempio geolocalizzate o in tempo reale, o magari soggettive. Qual è il miglior ristorante con vista mare a Genova? Quanta fila c’è allo svincolo autostradale di Messina Centro? Cosa suggerite di fare questo Weekend a Roma? Ci sono meduse a Lampedusa oggi?

Difficilmente riusciremo a trovare le risposte a queste domande sul web, a meno di conoscere piattaforme specifiche che potrebbero essere sconosciute all’utente o di non immediato utilizzo. Il risultato è che spesso gli utenti si rivolgono ai social network, quali Facebook o Twitter, per ottenere questo tipo di informazioni, restando tuttavia delusi nella maggior parte dei casi. Infatti ottenere risposte realmente utili è rarissimo!

PanPan è una startup innovativa per eccellenza, perché il lavoro che vi è dietro l’identificazione di chi può rispondere non è per nulla banale, e si basa su algoritmi complessi e in continua evoluzione, sui quali lavoriamo in collaborazione con istituti di ricerca di primissimo livello, come il Telecom ParisTech (Parigi) e il Politecnico di Milano. Riteniamo l’innovazione tecnologica l’unica e sola strada valida per l’innovazione in Italia.

3- Vi siete conosciuti a Parigi durante un dottorato di ricerca, cosa vi ha spinto a tornare nella vostra terra?

Il forte attaccamento alla Sicilia che ci accomuna. E il fatto che, nonostante i tanti problemi, fare impresa in Sicilia ha i suoi vantaggi. Ad esempio, a parità di investimento (noi abbiamo preso 600K euro, da investitori italiani), in Sicilia puoi fare molte più cose perché i costi sono ridotti. Ovviamente se PanPan continua a crescere non potremo restare sempre 100% siciliani, ma ci piacerebbe mantenere un’anima locale.

4- Qualche mese fa avete ricevuto un grosso investimento di 600.000€ da parte di Finaco. In cosa e come intendete investire questi soldi?

Principalmente risorse umane (abbiamo già 7 collaboratori a vario titolo e altri ne cerchiamo) e marketing. Il nostro processo di inserimento in azienda per ora è abbastanza standard e ne siamo molto soddisfatti: tesi in azienda e, se tutto va bene, assunzione.

5- PanPan attualmente si interfaccia con Twitter. Pensate possa essere possibile sfruttare altri social network per “Ask everywhere“? E’ nei vostri piani?

Sì. Abbiamo idee molto interessanti che stiamo portando avanti ma che per il momento teniamo undisclosed.

6- Dovesse arrivare un imprenditore a farvi una proposta d’acquisto, sareste disposti oggi a separarvi da ciò che potete considerare vostro figlio?

Per il momento il “bambino” ha ancora bisogno di crescere. Quando sarà maturo vedremo di che pasta sarà fatto. In generale non siamo contrari alla Exit ovviamente, che anzi è il motore di molti ecosistemi startup, ma ogni caso fa storia a sé.

7- Essendo la vostra una start up B2C e risolvendo facilmente il trinomio problema-utente-soluzione, i guadagni da cosa derivano?

Sappiamo esattamente chi cerca cosa, dove e quando. Questo ci consente di identificare dei contenuti sponsored di altissimo valore per l’utente. Se cerchi il miglior ristorante vista mare sul golfo di Napoli, e i nostri meccanismi di advertising sono in grado di indicartene uno, è un advertising di alto valore.

Si tratta di saper interrogare exchanger quali Google AdWords nel modo giusto: la pubblicità te la danno loro, nessun bisogno di andare a cercare noi gli inserzionisti.

8- Avete pensato ad un approccio B2B che possa portare degli utili alla vostra start up?

Molte realtà hanno espresso interesse per apparire nella nostra app come realtà locale, in una sorta di sezione FAQ. Un esempio potrebbe essere Euro Disney che ci chiede di creare una sezione Euro Disney nell’app per tutti coloro che si trovano a Parigi. In questa sezione sono riportate tutte le domande relative a Euro Disney appunto, e c’è la possibilità di porre una nuova domanda sull’argomento. Tale domanda verrà posta solo ad altre persone interessate e ad un account manager Euro Dinsey.

Ad esempio, abbiamo una partnership con Samsung per il Salone del Mobile.

Ad oggi sono accordi di visibilità reciproca, ma un giorno possono diventare una fonte di guadagno importante.

9- Siete stati selezioni tra i team del ChangeMakers for EXPO Milano 2015, ovvero le 10 migliori idee che cambieranno la vita di 10 milioni di persone. Come avete vissuto questa esperienza?

E’ stata un’esperienza magnifica, di primissimo livello in Italia e anche all’estero (avendo bazzicato per un po’ nell’ecosistema startup parigino).

Ci ha permesso di entrare in contatto con Telecom Italia e con EXPO, con i quali stiamo valutando come valorizzare PanPan proprio prima, durante e dopo l’esposizione universale (che avrà oltre 20 milioni di visitatori attesi). L’idea è di fare qualcosa di simile a quanto detto per il B2B, ma più elaborato e ad-hoc.

Inoltre ci ha permesso di entrare in contatto con mentor di altissimo livello: a) Paolo Levoni, CFO di eBay Europa per il lato finance; b) Stefano Ceri, Politecnico di Milano e Thomas Bonald, Telecom ParisTech per la parte tecnologica; e c) Matteo Sarzana, partner in VML e uno dei maggiori esperti italiani in social media marketing e prodotti social in genere per il marketing e il product design.

10- “Cu nesci arrinesci“, sembra proprio il vostro caso. Quanto consigliate ai vostri colleghi/coetanei un’esperienza internazionale? Si denota davvero questa differenza di ‘forma mentis‘ tra il nostro paese e l’estero?

Ci sono sicuramente delle differenze di mentalità, in meglio e qualche volta anche in peggio. Ma in generale andare fuori serve soprattutto per imparare a pensare in modo diverso da come siamo abituati. Ovviamente poi si impara tanto da modelli che sono oggettivamente più rodati del nostro per quel che riguarda l’imprenditoria.

11- Come startup qual è stato il momento più emozionante? La prima volta che qualcuno ha considerato la vostra idea valida o quando a credere in voi sono in tanti?

Probabilmente l’ingresso in Changemakers. E poi quando ho chiamato Michele e Walter per dire che avevamo raggiunto l’accordo con gli investitori.

12- Obiettivi per il futuro?

Fare di PanPan qualcosa di grande. E’ la nostra ossessione.

Giovanni Munzone

Nato a Catania nel 1987, Co-fondatore di LiveUniversity, sono specializzato in grafica, fotografia e social media marketing. Mi occupo della gestione di Instagram e della pianificazione di campagne pubblicitarie, combinando creatività e strategia per ottenere risultati ottimali.

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