Cristina Chinaski ha avuto il piacere di intervistare Samuela Schilirò per LiveUniCT. Ecco l’intervista:
“In un’epoca in cui tutto corre affannosamente alla ricerca della quantità e dell’abbondanza, Samuela decide di eliminare il “superfluo” e di mettersi a nudo, proponendo al pubblico il suo repertorio così come è nato: chitarra e voce.” Così si legge dalla presentazione del “Non sono Sola Tour” che ha avuto inizio il 18 Gennaio a La Locomotiva ad Adrano (CT) e che ti vedrà impegnata fino a marzo, in giro per l’Italia. Come nasce l’esigenza di presentarsi al pubblico in chiave acustica e cos’è per te il superfluo?
Che bella domanda! Potrei scrivere un trattato sul concetto di “superfluo”, ma ti giuro che non lo farò, cercherò di sintetizzare il più possibile! La necessità di mettermi a nudo nasce da un cambiamento interiore, dal desiderio di spogliarmi della miriade di sovrastrutture che mi sono state imposte e che mi sono imposta, per poi ripartire con nuove vesti. E’ una sorta di processo liberatorio. Credo che solo quando si azzera completamente il proprio essere, si possa ripartire più nuovi e forti che mai. Per me esibirmi chitarra e voce è proprio questo, è come essere nuda. Così si è costretti a fare definitivamente i conti con le proprie paure i propri limiti e la propria essenza. E’ come andare dall’analista! (Ride.) Il superfluo a volte nasconde, copre e confonde la vera natura delle cose. Chitarra e voce non lasciano invece via di scampo! E’ come dire: io adesso sono questa, non ho paura di spogliarmi davanti a te, anche se non ti conosco. E’ un approccio musicale strettamente legato al percorso di vita che sto facendo. Le esperienze si vivono, si maturano e si metabolizzano e poi generano delle conseguenze. Quello che esprimo in musica è quasi sempre lo specchio di ciò che proviene dalla mia interiorità, per me musica e vita seguono la stessa strada.
Come sta reagendo il pubblico a questa nuova veste?
Finora bene. Dovrei rispondere a questa domanda alla fine del tour per essere più esaustiva. Chiaramente provo a mettermi nei loro panni… non è semplice seguire un concerto di questo tipo per esempio il sabato sera, quando solitamente si ha voglia di distrarsi, ballare e alzare un po’ il gomito. Però questa cosa mi diverte molto, mi diverte osservare come reagisce il pubblico (anche quello più improbabile) a un set del genere e devo dirti che, nonostante la parola d’ordine nei locali sia “fare bordello”, finora sono stata piacevolmente sorpresa dall’attenzione che il pubblico ha mostrato, anche verso i brani strettamente acustici, quelli più “intimi”.
Ho letto che sul palco è salito Peppe Civiletti, com’è stato suonare con un violoncellista, un ospite d’eccezione?
Stupendo. Un’emozione incredibile. Peppe è un amico, ma prima di tutto un grande musicista, anzi in questo caso possiamo usare il termine artista. E’ un compositore molto talentuoso. Proviene dalla classica, ma è il musicista più rock che io abbia conosciuto ultimamente, a conferma del fatto che “si può essere rock anche con un mandolino”, in questo caso con un violoncello. Ci siamo divertiti molto a suonare insieme, c’è stata subito sintonia, nonostante fosse la prima volta… una di quelle magie che poche cose come la musica possono creare.
Mi racconti la sua genesi?
“Non sono” è stato un disco partorito tra Milano e Catania che ha visto una lunga pre produzione. Direi un disco che ha unito il nord col sud, quindi con le dovute contraddizioni del caso e con molte, forse troppe, influenze diverse. Un disco che ha rappresentato la me di qualche anno fa. Ora sono cresciuta, se non altro anagraficamente, e sono proiettata sul nuovo disco.
In una recensione di Alessio Gallorini per il webzine Shiver, mi ha colpito una sua frase. ”Quello che ne viene fuori è Non sono, un disco in cui Samuela è brava a mostrarci molte sfaccettature del suo essere senza mai svelarci la sua vera natura.” Credi che l’artista debba mostrare la propria natura, o tramite queste sfaccettature lasciare all’ascoltatore la possibilità di immaginare, di intuire ed eventualmente supporre?
Questa frase di Gallorini mi era piaciuta molto quando l’avevo letta e continua a piacermi. Trovo incredibile quanto sia stata lungimirante. “Non sono” è esattamente quello che viene descritto in questa frase e non è un caso che l’abbia intitolato così. Per rispondere alla tua domanda, ti dico: dipende. Dipende dall’esigenza che si ha nel momento in un cui si compone e poi si trasmette al pubblico. E’ un discorso che si collega perfettamente alla risposta che ho dato alla tua prima domanda…fa parte del cammino individuale, è una cosa molto soggettiva e credo che vada di pari passo con il percorso emotivo-fisico-spirituale-mentale di ognuno di noi. Io in questo momento sento l’esigenza di mostrarla questa “vera natura”, esigenza che forse nel primo disco non ho avuto. “Non sono” è un disco forse poco diretto, pieno di sfumature che confondono l’essenza (a proposito di superfluo). Io adesso sto puntando sulla semplicità sulla trasparenza sulla verità, nella vita così come nella musica.
Hai studiato chitarra classica, teoria musicale e canto corale iscrivendoti all’età di undici anni all’Istituto di Musica di Gorizia. Com’è nata questa passione, chi ti ha ispirata e chi continua ancora a farlo?
Potrei tediarti per ore se ci mettessimo a parlare di musica! Questa mia passione nasce da quando ero piccolissima, forse già da prima che mi manifestassi in un corpo fisico. Non so bene da dove provenga né credo di averla mai scelta, è stata lei che ha scelto me. So solo che ha iniziato a manifestarsi quando, infante, non dormivo se mia madre non cantava, era il mio jukebox personale. Poi sono cresciuta e dalla chitarra giocattolo sono passata a quella vera, inizialmente classica, poi acustica ed elettrica. Ultimamente sto ritornando agli studi classici, ma non abbandonerò la chitarra elettrica, garantito! Ho sempre ascoltato tantissima musica e di ogni genere e credo che mi abbia in qualche modo influenzata. Dovrei citare tantissimi grandi artisti, tantissimi dischi che io amo profondamente. Ho una discografia che parte dagli anni ’20 e arriva ai nostri giorni. Per cui mi limiterò a fare alcuni nomi che mi accompagnano sempre: Janis Joplin, Ani Difranco, Robert Johnson, Billie Holiday, Led Zeppelin, Free, Jimi Hendrix, P.J. Harvey, Jeff Buckley, Battiato, De Andrè, Tenco, Endrigo, Ciampi, Beatles, Rosa Balistreri, Nada, Jack White, .Jefferson Airplane, Odetta, Black Keys, St.Vincent. ecc. Meglio fermarmi.
Ok, allora meglio fermarti! Oltre alla musica, hai altre fonti di ispirazione?
Certo. La musica a sua volta si ispira ad altro. Sicuramente la poesia, la letteratura, la lettura, il cinema, l’arte in genere, ma la fonte di ispirazione maggiore credo sia la vita, la vita di tutti i giorni intendo, la quotidianità, le persone, gli incontri, gli avvenimenti, le chiacchierate, l’attualità… il mondo, esteriore e interiore, reale e immaginario.
So che stai lavorando al nuovo disco, puoi darmi qualche anticipazione?
Il mio nuovo disco sarà bellissimo! (Ride.) Scherzo! Cioè, è chiaro che spero che lo sia, ma lascerò agli altri le valutazioni in merito. Mi sono circondata di nuovi collaboratori. Il percorso con vecchi produttori ecc. si è concluso. Aria di rinnovamento! Sarà un disco diverso dal precedente, forse più diretto e semplice, un disco che rappresenta chi sono ora e di sicuro non si intitolerà “Non sono”, ma l’esatto opposto!
Non Sono SOLA Tour è curato da http://www.ilpiccio.net/blog/
Alle date del Tour già confermate se ne aggiungeranno delle altre, per maggiori informazioni vi preghiamo di controllare la pagina ufficiale di Samuela Schilirò www.facebook.com/SamuelaSchiliroOfficial
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