Questo l’articolo e queste le parole che, ingiustamente, le hanno causato una morte violenta e prematura.
«Ci hanno insegnato che chi non esegue la preghiera di gruppo presso la moschea è ipocrita! Mio padre ne è stato uno.
Colui il quale fuma è un fornicatore! Mio fratello Mohamed lo è.
Colui il quale non porta abiti lunghi andrà all’inferno! Mio fratello Trek ne è uno.
Che il bel volto di mia madre è una sedizione! Ma … nessuno somiglia a mia madre.
Che mia sorella Mériem si compiace ad ascoltare le canzoni di Abdel-Halim-Hafedh avrà senza dubbio il fuoco modellato disciolto nei timpani. Devo aggiungere che lei lo ama, sarà lei giudicata con lui? Temo che decideranno loro, ne ho paura!
Che la mia università mista è un luogo di perdizione! Eppure vi ho appreso il più nobile dei mestieri, la medicina.
Che io stessa, passiva verso la promozione dei costumi e la preservazione contro il vizio, sono complice nel peccato e passibile di pena.
Che la mia amica Salwa, che mi ha invitata al suo compleanno è una cattiva compagnia!
Che la nostra donna di servizio cristiana è impura!
Che la mia collega sciita è più pericolosa dei sionisti!
Che mio zio istruito è laico!
Che l’altro mio zio, appassionato di serie televisive egiziane è effeminato!
Ho scoperto, soltanto, che mio padre è il più gentile al mondo. Mi abbracciava ogni sera prima di dormire. Mi dava la paghetta ogni volta che andava a lavorare. I miei fratelli Mohamed e Tarek hanno superato quello che ho immaginato per loro; Mohamed presiede un ente di beneficenza in una delle scuole australiane. Terek è volontario in un centro per orfani della città, vi insegna arti marziali. Mia sorella Mériem ha rinunciato al matrimonio per crescerci dopo la morte di nostra madre. Mia madre? Lei è sepolta sottoterra, con la soddisfazione di mio padre. La mia università mista? Mi ha offerto una famiglia felice sposandomi con il caposervizio di chirurgia del quale ho cresciuto i suoi tre bambini orfani del suo primo matrimonio. Per quanto riguarda il mio passatempo, questo è la mia amica Salwa che è stata la mia fuga. Insieme, abbiamo imparato a lavorare a maglia e dipingere scatole vuote per l’asta a favore delle famiglie bisognose. D’altronde, mia sorella Mériem dirigeva questo bazar annuale. La nostra signora di servizio? Ricordo solo le lacrime di cristallo, quel giorno, che ci ha salvati da un incendio che stava per divorare me e i miei fratelli. Lei ne è rimasta ustionata. La mia collega sciita? È quella che mi ha soccorsa durante un viaggio allo zoo. Sono caduta nel laghetto delle anatre. Senza esitazione, si è gettata per salvarmi, si è fratturata il braccio. Mio zio Adnan è un buon suonatore di liuto. Ogni anno organizza una cena di beneficenza al Cairo per gli orfani. Gli ospiti lasciano il suo circolo pieni di pietà. Egli ha eretto una moschea in nome di mia nonna paraplegica. Continuo a chiedermi perché ci insegnano a odiare gli altri? Fino a quando sarà questo grande grido di protesta dei saggi e dei romanzieri a denunciare questi vili assassini? Chi ha il diritto di togliere la vita ad un essere umano? Quando questi oscurantisti avranno un cervello per fermare il terrorismo e gli omicidi? ».
Questo l’articolo denuncia che ha tolto la vita a Balkis Melhem e queste le domande che continueranno ad echeggiare senza risposta nel cuore di chi, quotidianamente, è vittima delle idee estremiste e di chi, con la forza, esercita oppressione verso non solo i più deboli, ma anche le menti libere che sperano di poter garantire, sempre, la libertà propria e del proprio popolo.
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