Il commissario Scarso sigla la delibera a due giorni dal termine del suo mandato
1994: questo è l’anno in cui il capoluogo ibleo entra a fare parte del Consorzio Universitario, diventando non solo parte di esso, bensì anche un socio fondatore dello stesso. A distanza di quasi vent’anni, proprio in chiusura dell’anno appena passato, il Commissario straordinario provinciale Giovanni Scarso sigla un accordo completamente inaspettato che prevede l’uscita di Ragusa dallo stesso Consorzio che essa ha contribuito a fondare. Una decisione che di certo non va a favore di Scarso, viste le polemiche di cui è stato oggetto in queste ore e che, in generale, stona un po’ anche con un’altra importante transazione firmata durante il 2013, secondo la quale la Provincia si sarebbe impegnata per ben quindici anni con l’Ateneo di Catania al fine di mantenere in vita il Corso di Laurea presso la parte vecchia della città.
“Come può un commissario assumere una decisione così radicale senza prima averla concordata con tutte quelle forze, politiche e non, che in questi anni si sono spese sull’argomento?”. Queste le parole del Senatore Giovanni Mauro, che, nel corso di queste ore, non ha mancato di esprimere il suo disappunto su tale argomento, sottolineando soprattutto la situazione di forte disagio in cui si troverebbero gli studenti e le rispettive famiglie se tale delibera fosse effettivamente messa in atto.
Tuttavia, l’avvocato di Vittoria non ha mancato di replicare alle polemiche ricevute, sostenendo che sarebbe auspicabile guardare non solo all’effetto, ma anche alla causa che ha portato a determinate decisioni. Il motivo sarebbe, come sempre, l’aspetto economico: sembra infatti che la gestione e il mantenimento del Consorzio implichino un grande impiego di denaro, che non è stato affatto ammortizzato durante il corso degli anni. Di conseguenza, la Provincia non sarebbe più in grado di mantenere le spese operate da tale ente che, nonostante tutto, continua a mantenere, secondo l’opinione di Scarso, più spese di quanto dovrebbe. Per ciò che concerne l’università, il Commissario provinciale ha comunque ribadito la presenza della Struttura Didattica Speciale in Lingue fino al 2024 per via degli accordi firmati in precedenza, concludendo col dire che spera che tale delibera riesca a spronare al cambiamento non solo con le parole, bensì con i fatti.
Tanta confusione e apprensione per il futuro: questi di sicuro i sentimenti che si fanno sempre più strada tra le menti degli studenti, i quali si ritrovano un’altra volta in un vero e proprio limbo. Tuttavia, nell’attesa di avere qualche notizia e chiarimento in più, non ci resta che essere fiduciosi e sperare in un vero cambiamento da parte degli enti che collaborano alla riuscita della nostra università.
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