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Vinicio Capossela e la Banda della posta. Un concerto da sposalizio a Mascalucia

“Lo sposalizio è stato il corpo e il pane della comunità . Il mattone fondante della comunità. Veniva consumato con il cibo e con la musica. Questa musica che accompagnava il rito era musica umile , da ballo , adatta ad alleggerire le cannazze di maccheroni e a “sponzare” le camicie bianche, che finivano madide e inzuppate , come i cristiani che le indossavano. Un repertorio di mazurke, polke, valzer,  passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot, che era in fondo comune nell’Italia degli anni 50 , ’60, e che si è codificato come una specie di classico del genere in un periodo nel quale lo “sposalizio” è stata la principale occasione di musica , incontro e ballo. A Calitri, in alta Irpinia, qualche anno fa , un gruppo di anziani suonatori di quell’epoca aurea non priva di miseria, ha preso l’abitudine di ritrovarsi davanti alla Posta nel pomeriggio assolato. Montavano la guardia alla Posta, per controllare l’arrivo della Pensione. Quando l’ assegno arrivava , sollevati tiravano fuori gli strumenti dalle custodie e si facevano una suonata. Il loro repertorio fa alzare i piedi e la polvere e fa mettere ad ammollo le camicie sui pantaloni. Ci ricorda cose semplici e durature. Lo eseguono impassibili e solenni, dall’alto del migliaio di sposalizi in cui hanno sgranato i colpi. per questo si sono guadagnati il nome di Banda della Posta. Il concerto e’ dedicato alla memoria di Rocco Briuolo, un uomo che ha fatto ogni cosa per bene , non prendendola mai sul serio.”
Per festeggiare l’uscita dell’album “Primo Ballo”, dopo il debutto all’Auditorium al My Festival di Patti Smith e la trionfale esibizione al concerto del Primo maggio, Vinicio Capossela e la Banda della Posta, arrivano nelle piazze e nei festival di tutta Italia con un vortice di musiche da ballo.
Il 13 Agosto 2013, tocca all’Anfiteatro Parco Manenti di Mascalucia far da cornice al live di Vinicio Capossela accompagnato dalla Banda della Posta. Ci sono anch’io al concerto, a vederlo per la terza volta dal vivo in una veste tutta diversa dagli scorsi live. Le prime due volte a Teatro, in un contesto felliniano, circense, con piano a coda. Questa volta e’ cerimoniere, cantante in piedi all’asta del microfono, istigatore al ballo ed a volte accompagnatore con la sua chitarra. Non è un concerto, è una capitolazione a parte. Capossela balla e canta in un mix di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot. Tra coriandoli e stelle filanti, sembra di essere in una parata, in una pasqua estiva con la banda del paese, tra il tamburo maggiore ed il pubblico che si trasforma in popolo in festa quando Vinicio Capossela invita al ballo sopra e sotto il palco. Il concerto si snoda tra canzoni tratte dalla “tradizione ferroviaria” o western di Salvatore Adamo, Rocco Granata, Matteo Salvatore e Adriano Celentano, pezzi della Banda della Posta tratti dall’album “Primo Ballo”, e brani riarrangiati per l’occasione dello stesso Vinicio Capossela comePryntylAl Veglione, Pena De l’alma, i classici come Che coss’è l’amorL’uomo Vivo (inno alla gioia), ed immancabilmente in una festa di due ore e mezza in una terra di sud, dove tutti hanno in corpo Il ballo di San Vito, e nessuno riesce a stare fermo. Con l’invito ad abbracciarsi alla propria metà, la festa si chiude con l’invocazione quasi religiosa del brano Ovunque proteggi.
Istrionico, ironico, errante, randagio e sentimentale, Vinicio Capossela è il più dotato tra i cantautori italiani della sua generazione, e l’ha dimostrato per l’ennesima volta anche dal vivo.
“Che bella serata ch’è stata che bella serata passata attenzione battaglione l’ultimo ballo del mattone allacciatevi nel lento cade un festone sul pavimento guidate con prudenza guidate con prudenza guidate con prudenza e buonanotte.”

 

Cristina Chinaski

Cristina Chinaski nasce a Catania dove tuttora risiede. Ama viaggiare, fotografare, leggere, scrivere. Ha una passione viscerale per la musica, suona il pianoforte, colleziona vinili e adora il cinema.

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Cristina Chinaski

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