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Da Canterbury a Catania: Fabrizio Spucches e Generazione Librino

Liveunict incontra Fabrizio Spucches, autore di Generazione Librino in mostra presso piazza Stesicoro fino al 10 giugno. L’entusiasmo di un giovane laureato all’ Accademia delle Belle arti di Catania che, dopo la specializzazione conseguita a Canterbury, torna in Sicilia e sceglie Librino.img_8137-3 copia

Leggiamo dal tuo curriculum che ti sei laureato a Catania, ma hai avuto modo di frequentare e specializzarti in università straniere. Cosa rimproveri all’accademia delle belle arti di Catania e quali ritieni, invece, i suoi pregi?

Il rimprovero è sicuramente la grande disorganizzazioneche vige, mentre, negli ambienti accademici francesi o inglesi non manca anzi, a volte, appare eccessiva. Per contro considero quella a Catania una reale esperienza accademica in cui poter instaurare un rapporto umano con i professori mentre ad Amiens o Canterbury ho avuto la sensazione di essere lasciato un pò a me stesso

Dalla Bottega di Oliviero Toscani al progetto Razza Umana al conseguimento della laurea specialistica a Canterbury: cosa ti ha riportato a Catania e da dove nasce l’idea di Generazione Librino?

A Pisa, presso la Bottega di Oliviero Toscani, ho vissuto un’esperienza importantissima e altamente formativa, a contatto con il mondo del lavoro. Nel 2012 ho conseguito la specialistica e, spinto dalla voglia di tornare nella mia terra, ho cercato lavoro a Catania con esito negativo. Quindi ho partecipato al concorso Unemployee of the year (disoccupato dell’anno) e, vincendolo, ho avuto la possibilità di avere una fonte di finanziamento per l’avvio di Generazione Librino. Nel contempo mi sono dedicato al volontariato e, tramite il Talità Kum, ho conosciuto il quartiere. Entrando a contatto con Librino ho scoperto una realtà unica in cui l’assenza delle istituzioni e la malavita sono contrastate dai suoi abitanti che, nonostante le serie difficoltà, mantengono alta la propria dignità: ciò mi ha spinto a prendere la mia macchina fotografica e iniziare.

Chi sono i protagonisti di Generazione Librino e qual’è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le foto?

Sono persone incontrate casualmente per strada. All’ inizio ero scettico ma Librino si è rivelato straordinario tanto che sono stati gli stessi abitanti a collaborare e suggerirmi le persone da fotografare. Lo definisco il quartiere più sperimentale di Catania perché lì si realizzano progetti bellissimi: basti pensare al campo San Teodoro, al Talità Kum o alla Porta della Bellezza. Se dovessi scegliere una frase che lo descriva sarebbe: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.

Quali sono stati gli ostacoli che hai incontrato?

Ti racconto un aneddoto. Mi trovavo di fronte alla chiesa a Borgo Librino e ho invitato una signora a fare una foto. Lei accetta, scattiamo la foto e firma la liberatoria.Poco dopo torna in lacrime: suo marito, venuto a conoscenza della foto e della liberatoria firmata, aveva sospettato una truffa quindi lei mi pregò di seguirla in casa sua per spiegargli la verità. Io la seguo, mi addentro da solo, e scorgo in penombra la figura vichinga di quest’uomo: subito lo tranquillizzo  spiegandogli il progetto e dicendogli che la liberatoria , se voleva, poteva anche strapparla. La vicenda si è conclusa bene, con un bicchiere di vino mentre gli mostravo la foto ma, per qualche istante, ho avuto paura!

Ritieni che il tuo progetto possa dare un contributo a migliorare la situazione del quartiere e, se si, come?

Si. Il mio intento è quello di mettere in primo piano i volti della gente di Librino e il loro coraggio senza commiserazione, anzi, proponendoli come esempio da seguire abbattendo i pregiudizi diffusi. Inoltre il mio vuole essere un invito ai candidati politici che, puntualmente,  si presentano in quartiere per tenere il loro comizio e, sistematicamente, se ne dimenticano dopo le elezioni. Per questo motivo ho scelto piazza Stesicoro per la mostra cosicché possa servire da esempio e da monito per i politici locali: è semplice predicare bene quando non si vive in un ambiente disagiato, ma gli abitanti di Librino mantengono integri i loro valori nonostante le difficoltà del quartiere.

La maggior soddisfazione che ti ha regalato questo progetto?

Una grande soddisfazione è stata, sicuramente, riuscire aconcretizzare una scommessa personale.Un altro momento di gratificazione è stato vedere una coppia giocare tra i totem e alla fine baciarsi davanti a una delle foto: un trionfo dell’amore!

Vuoi rivolgere un invito a chi ci legge?

L’invito, oltre a quello di prendere visione e riflettere sulle foto, è quello di partecipare all’iniziativa che abbiamo lanciato tramite facebook Se fossi sindaco: una piattaforma in cui raccogliere proposte, commenti, denunce per migliorare Librino da consegnare, magari, al prossimo sindaco di Catania.
Una grande augurio a Fabrizio Spucches e alle associazioni che lavorano nel quartiere da LiveUnict.

Maria Di Gregorio

Classe 87, nata a Catania, vive a Nicolosi. Consegue tutti i diplomi delle scuole dell’obbligo (tra l’incredulità di molti e di se stessa) maturandosi al Liceo Scientifico Informatico e sviluppando una repulsione indotta verso la matematica. Gli anni scolastici non le accordano solo un prezioso bagaglio culturale, che ama arricchire, ma le permettono di approfondire la passione per la scrittura tramite corsi ad essa dedicati. Sceglie di proseguire gli studi accademici nel corso di laurea specialistica in Farmacia ma, nonostante ciò, coglie le occasioni che le si offrono per coltivare il suo "ozio affaccendato" iniziando una felice collaborazione con LiveUnict nell’anno 2010. Ama il confronto proficuo ,mettersi in gioco e imparare perché, citando Euripide, chi trascura di imparare in giovinezza perde il passato ed è morto per il futuro. Socio fondatore dell’Associazione Culturale Liveunict.

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Maria Di Gregorio

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