Molte aspiranti matricole stanno vivendo l’attesa della pubblicazione delle graduatorie con una spada di Damocle sopra la testa: dall’esito di questi concorsi dipende il loro futuro. La pubblicazione delle suddette graduatorie aumenta lo sconforto di ogni candidato, è uno schiaffo in pieno volto alla meritocrazia. Come avrete potuto notare, tutte le Università Statali italiane riservano per i corsi di laurea a numero chiuso una grande percentuale di posti a beneficio esclusivo di studenti stranieri extracomunitari.Per il solo corso di laurea in Medicina e Chirurgia, nell’anno accademico 2010/2011 sono stati destinati 8.500 posti per gli studenti italiani e appartenenti alla Comunità Europea, 474 posti riservati unicamente a extracomunitari, più addirittura 52 posti a beneficio esclusivo di studenti con cittadinanza cinese. La prova d’esame è unica per tutti, l’unica discriminante è la conoscenza della lingua italiana. Considerando le cifre attinenti a Medicina e Chirurgia, se si fossero presentati solo 300 extracomunitari, i rimanenti 174 posti disponibili non sarebbero stati presi da italiani. Sarebbero rimasti vuoti. Idem se non si fosse presentato alcun extracomunitario o cinese: 474+52 posti totalmente inutilizzati. Come se questo non bastasse, spesso gli studenti extracomunitari accedono al corso di laurea con punteggi esigui dell’ordine di 20/80. Di contro, uno studente italiano può non accedere, a volte, nemmeno con un punteggio di 50/80: oltre il danno, la beffa. I posti riservati agli studenti extracomunitari vengono sovvenzionati dall’Unione Europea, che si guarda bene dal finanziare gli eventuali posti vacanti a beneficio degli studenti comunitari.
In merito, si è espresso anche il T.A.R. Di Catania, stabilendo il diritto degli studenti comunitari ad occupare i posti non coperti in base, chiaramente, alla posizione in graduatoria.Citando il TAR: “Se, infatti, a detta del MIUR , l’ostacolo all’attribuzione delle vacanze è da ricercare nella necessità di mantenere inalterata la stima del Sistema Sanitario Nazionale, non potrà non convenirsi che vi sia stata una richiesta del Sistema Sanitario Nazionale maggiore rispetto all’offerta degli Atenei, non vi è alcun ostacolo all’attribuzione ed alla copertura anche di tali posti.” Considerato che la riserva di posti in favore degli studenti extracomunitari non comporta che ai suddetti candidati, una volta acquisito il titolo, venga preclusa la possibilità di inserirsi lavorativamente all’interno del sistema sanitario europeo, le contestazioni del MIUR appaiono a dir poco frivole.
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