“Resistenza passiva” è il titolo della puntata di Report, andata in onda ieri 29 maggio 2016, alla quale ha preso parte anche Stefania Stefani, Ordinario di Microbiologia dell’Università di Catania.
Al centro della puntata batteri e gli antibiotici. Sin da subito alcune parole hanno fatto riflettere i telespettatori: “Attenzione, non abusatene altrimenti questa arma non funzionerà più”. Sono le parole del Nobel Fleming che, a distanza di tanti anni, risultano essere lo specchio della nostra realtà. L’abuso di antibiotici, infatti, inevitabilmente porta a delle conseguenze rilevanti.
L’appello all’uso moderato delle cure antibiotiche è stato fatto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della prima settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici, durante la quale è stato lanciato lo slogan: “Antibiotici, maneggiare con cura!”.
Annamaria Pisapia, direttrice della ONLUS che si occupa del miglioramento delle condizioni di vita degli animali negli allevamenti, si è battuta per la diminuzione dell’uso di antibiotici sugli animali, anche per salvaguardare l’uomo dai risvolti critici che ciò comporta.
A Report, Stefania Stefani, parlando di queste tematiche, ha affermato: “Le faccio l’esempio dell’ecosistema intestinale, nel quale ci sono tante specie microbiche vicine. Uno ha una resistenza, la può trasferire ad un altro che è il patogeno, mettiamo. Allora, questa cosa fa in modo che non soltanto le mutazioni, ma anche il trasferimento orizzontale preso da un’altra specie facciano quel microorganismo resistente. Quando una specie diventa resistente, arriva un antibiotico, tutta la popolazione è sensibile e muore. Rimangono solo loro. Che mano a mano aumentano di quantità”.
In Italia le stime dimostrano che ci sono 5000 morti annui a causa di un effetto nullo dell’antibiotico e che, rispetto all’Europa intera, la nostra nazione registra il più alto numero di consumazione di antibiotici. La quantità varia non solo in rapporto all’estero, ma anche tra Nord e Sud. L’utilizzo degli antibiotici non è dettato dal numero di bronchiti causate dal maltempo, che al Sud dovrebbero essere minori, ma può essere il frutto d’infezioni che si diffondo dentro gli ospedali, tra un paziente e l’altro. Per questo si è parlato dello staffilococco aureo, studiato nel laboratorio catanese.
La Dott.ssa Stefani ha mostrato alle telecamere lo stafilococco ricevuto dallo studio italiano, che ha incluso all’incirca sessanta laboratori di microbiologia clinica italiani, perché da tempo impegnata nello studio di questo. Dallo studio italiano, che l’ha vista come centro di riferimento per le ricerche sullo stafilococco, è emerso che quest’ultimo è “in grado di dare l’11 per cento di tutte le infezioni in ospedale, e non è il primo microorganismo”.
Affrontando il tema della ricerca è emerso uno dei problemi che molti Paesi, tra cui l’Italia, devono superare: i finanziamenti. La Dott.ssa Stefania Stefani ha raccontato di aver chiesto finanziamenti e di aver ricevuto un riscontro positivo soprattutto dai privati, dal momento che trovare i bandi dedicati alla ricerca della resistenza è difficile. Certamente questo è uno dei problemi da affrontare con urgenza, dal momento che la Ricerca ha bisogno non solo del sostegno dei privati, ma soprattutto delle Istituzioni nazionali e non solo.