Questa volta la responsabilità non è degli atenei, complice dell’incremento è il nuovo Isee. È stato introdotto lo scorso anno e aveva già penalizzato tanti universitari, che non avevano potuto presentare la domanda per la borsa di studio. E adesso gli studenti continuano a farne le spese, nel vero senso della parola.
In controtendenza con gli altri atenei, l’Università di Catania ha lasciato invariata la tassa di iscrizione, che ammonta a 478 euro totali, suddivisi in tre rate durante l’anno. Ma, fatta eccezione per gli studenti in particolari condizioni economiche, la seconda e la terza rata prevedono il pagamento di 60 euro, che rientrano nella tassa di iscrizione, e a cui si aggiungono i contributi calcolati in base al nuovo Isee. Il 50% verrà versato con la prima rata e il restante 50% con la seconda rata. E a fare alzare di molto le tasse sono proprio i contributi, che adesso vengono calcolati in base al nuovo modello.
Oltre il danno la beffa. In molti sono rimasti tagliati fuori dalle richieste per borse di studio, ma adesso le tasche si fanno più leggere perché entro marzo e maggio i contributi dovranno essere versati.
«L’anno scorso – racconta Francesca, una studentessa in Scienze e lingue per la comunicazione – ero tra i vincitori per l’assegnazione della borsa di studio. Quest’anno non ho potuto nemmeno presentare la domanda, perché con il nuovo modello il mio Isee era troppo alto. Ho pensato che forse adesso a godere di borse di studio, tesserini mensa gratuiti ecc. siano quelli che ne hanno più bisogno. Però, dopo lo scandalo delle truffe sulle borse di studio, è lecito avere qualche dubbio”.
Da giorni, gli studenti si lamentano sui gruppi Facebook dedicati al diritto allo studio. Alcuni hanno trovato nel prospetto delle tasse un importo di molto superiore a quello degli anni precedenti. Ma c’è anche tanta confusione per il nuovo Isee. I CAF si sono trovati impreparati al nuovo modello e, purtroppo, in alcuni casi hanno anche sbagliato a calcolare l’importo del patrimonio netto complessivo. Gli studenti che hanno dei dubbi o hanno già riscontrato degli errori, possono ancora intervenire, pagando una mora di 80 euro entro il 31 marzo e correggendo i propri dati. Ricordiamo, inoltre, che alcuni possono beneficiare di riduzioni per merito ma, per tutti gli altri casi, non c’è proprio rimedio.
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