Solo qualche giorno fa era stata pubblicata la classifica del Sole 24 ORE, che aveva suscitato la reazione del rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro. Oggi è stata pubblicata con Repubblica la versione completa della “Grande guida 2015/2016”, che si propone come strumento di orientamento per i futuri universitari.
Nella classifica dei mega atenei, quelli che accolgono più di 40mila studenti, l’Università degli Studi di Catania si piazza in fondo alla classifica, al nono posto, anticipando in decima e ultima posizione l’Università Federico II di Napoli. Nella lista, compare anche l’Università di Palermo che conquista il quinto posto.
La più antica Università della Sicilia è stata valutata tenendo conto di alcuni indicatori: strutture, servizi, borse di studio e contributi, internazionalizzazione, presentazione sul web. Dopo aver effettuato una media tra i punteggi di ogni singolo indicatore, Unict ha raggiunto 75 punti.
Punto di forza per l’Ateneo catanese è sicuramente la presentazione sul web con punteggio 93, a seguire le borse e i contributi che hanno ottenuto un 76, i servizi con 71, l’internazionalizzazione con 68 e ultima posizione, tallone d’Achille di Unict, sono le strutture.
Per controllare nel dettaglio tutte le posizioni ricoperte dell’Ateneo catanese in base ai vari corsi di studio e alla didattica leggi Le classifiche Censis 2015/2016 sulla didattica degli atenei.
Classifiche per i mega, grandi, medi e piccoli atenei. Classifiche per la didattica. Classifiche per la ricerca. Classifiche su classifiche. Ma serviranno davvero queste classifiche agli studenti? Sarà sul serio una classifica a influire sul futuro di una matricola e sugli iscritti dei vari atenei?
In alcuni casi è vero, in altri occorre sottolineare che l’Università accoglie già ben 54 mila studenti, ma ha ancora tanto da migliorare. A prescindere dalle classifiche, occorrerebbe essere competitivi, non per attirare gli studenti da altri atenei, ma per convincere a restare gli studenti che vorrebbero proseguire gli studi a Catania, ma che incontrano molti ostacoli e hanno a loro disposizione un’offerta formativa, per alcuni corsi, davvero molto poco varia.
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