Già avviata da due settimane la mostra tanto attesa dal pubblico siciliano “Picasso e le sue passioni” al Castello Ursino di Catania.
La mostra presenta 300 opere grafiche, ceramiche, tre oli e un’inedito autoritratto di Picasso del ’64.
Abbiamo fatto una chiacchierata con l’art promoter della manifestazione, Gianni Filippini, già responsabile della mostra “Artisti di Sicilia”, un professionista a cui piacciono le grandi sfide.
Il suo nome non è sconosciuto, anzi il suo lavoro abbraccia aree nazionali e internazionali. Si è saputo destreggiare in diversi campi, dallo sport, occupandosi degli eventi di pattinaggio artistico al Palalottomatica (evento trasmesso dalle telecamere di Canale 5), alla musica, con Liza Minelli. Decide, infatti, di presentare la sua tournèe alla Fontana di Trevi dove ha convinto la cantante a esibirsi nel suo pezzo forte: New York New York. Inoltre, è l’ideatore della prima Walk of Fame al mondo, nel settore del calcio, per la Juventus, una delle squadre più amate in Italia.
Si aspettava un successo così forte da parte dei siciliani?
Se è stato un successo si può dire solo alla fine. Però al momento siamo molto soddisfatti.
Un primo grandissimo risultato è arrivato dalle scuole. Sono pervenute 7150 prenotazioni da parte di istituti. Un passaparola che si moltiplica. Una soddisfazione da parte del target giovane.
Noi abbiamo un progetto, quello di presidiare il bacino del Mediterraneo. Perché da Roma in giù non si possono andare a vedere le grandi mostre?
Il mediterraneo ha tanto da offrire sia per il grande numero di abitanti che per il numero elevato di turisti che puntualmente scelgono la Sicilia come loro meta. Il flusso è tanto, quindi perché non allietarli con delle mostre culturali.
Quanto lavoro c’è dietro un’organizzazione di un così grande spessore?
Dietro c’è tantissimo lavoro, soprattutto tante pratiche burocratiche. Lo strumento più importante è la pianificazione (almeno 18 mesi prima). Per far sì che le mostre funzionino bisogna pianificare i contenuti e organizzare un tavolo tecnico. Infatti, è proprio attraverso quest’ultimo che si può permettere di far usufruire i turisti di grandi servizi culturali. Organizzare un tavolo tecnico in cui ci siano tour operator, albergatori, associazioni dei commercianti e quelle delle guide.
La mostra è di tutto il territorio. Quando vedrò le file che ci sono a Palazzo Reale, allora mi terrò soddisfatto.
Come mai la scelta si è incentrata proprio su Picasso?
Picasso è un nome nazional popolare, è un brand a tutti gli effetti. Anche chi non è amante dell’arte lo conosce. È un test, non possiamo fare delle mostre portando artisti importanti ma meno conosciuti. Il nostro obiettivo è quello di alfabetizzare un mercato. C’è un mercato che vuole e desidera. C’è una necessità di educare. Ad esempio, quando si viene alla mostra, bisogna avere una guida, qualcuno che ti spieghi esattamente cosa stai vedendo. Non si può pretendere di partecipare a una mostra senza sapere cosa si sta osservando.
Per questo motivo all’interno del castello Ursino abbiamo posizionato il Cube. Si tratta di una zona interattiva in cui, attraverso uno schermo touch screen, si possono selezionare le più grandi opere di Picasso e vederle prendere forma attorno a te.
Sono previsti altri appuntamenti con le mostre a Catania?
Stiamo lavorando a dei progetti per i mesi di ottobre 2015 e gennaio 2016 con la società Arthemisia che, sollecitata dall’interesse delle mostre organizzate, verrà proprio a Catania. Si tratta dell’associazione più importante in Italia che organizza mostre. A Milano ha già allestito una mostra di Van Gogh, a Parigi quella di Klimt, per citarne alcune.
Catania e la Sicilia offrono un mercato interessante e che va sviluppato.
Per quanto riguarda Picasso, abbiamo una novità che partirà a maggio. Tutti i venerdì e i sabato del mese ci sarà l’evento “Una sera con Picasso”. Si tratta di una serata (previa prenotazione) che avrà un’ambientazione tipicamente spagnola, con aperitivo (paella, tapas, sangria), flamenco e visita guidata. Il castello va vissuto integralmente. Magari si farà ancora qualcosa con Nicolò Morales e i suoi body painting.
Catania deve diventare come Barcellona e come le grandi capitali europee.
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