Luigi Capuana 100 – Celebrazione del centenario della morte (1915-2015) from MLT Creative Studio on Vimeo.
“Nato nell’anno della presentazione ufficiale del dagherrotipo. Figlio dell’isola del sole. Uomo schietto, burlone, amico sincero, precursore e maestro. Mente fina, occhio curioso, penna laboriosa. Padre del Versimo. Scrittore, drammaturgo, critico, fotografo, spiritista, sindaco, professore, ispettore scolastico e intellettuale”.
Sono queste le parole con cui viene presentato Luigi Capuana nello spot realizzato in occasione del Centenario della sua morte.
La sua figura, le sue opere, il rapporto con gli scrittori contemporanei e posteri sono stati al centro dei Convegni d’apertura tenutisi il 19 e 20 marzo nel suo paese natale, Mineo, e presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania, durante i quali sono intervenuti, tra i tanti, il Sindaco di Mineo Avv. Anna Aloisi, l’Assessore ai Beni culturali Salvo Tamburello, il Direttore del DISUM Prof. G. Magnano San Lio, il Presidente Fondazione Verga Prof.ssa Gabriella Alfieri, Direttore Casa Museo Giovani Verga Dott.ssa Margherita Incastrone, Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano Prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà.
Due giornate dedicate al Capuana poliedrico, le cui molteplici sfaccettature sono state colte nei loro particolari più intimi grazie all’intervento degli intellettuali, che, oggi, attraverso i loro studi portano avanti la grande opera iniziata dallo scrittore menenino.
Capuana è stato scrittore e intellettuale europeo, le sue pagine sono state il fondamento della corrente Verista italiana, sul modello del Naturalismo francese, ma anche del Verismo greco. Quest’ultimo elemento è stato approfondito dalla Prof.ssa Anna Zimbone. Essere europeo significa anche affrontare temi profondi, come quello delle donne e del loro rapporto, spesso conflittuale, con gli uomini e la società, aspetto affrontato dalla Prof.ssa Rosamaria Monastra.
Capuana è anche l’autore di storie per i più “piccoli”, come è stato dimostrato negli interventi del Prof. Domenico Seminerio, che si è soffermato sull’analisi di Scurpiddu, e dei professori Maria Tomarchio, Letterio Todaro, Rosaria Sardo, Viviana La Rosa. Grazie a questi si è potuto cogliere il forte spessore pedagogico delle opere capuaniane e il suo interesse verso l’educazione scolastica.
Conoscere le opere di Luigi Capuana significa anche approfondirne la norma linguistica e l’usus scribendi. Guardare da vicino i manoscritti è come sedersi nel suo scrittoio e osservarlo mentre compone numerose pagine di letteratura nel suo intimo atelier. L’ excursus filologico e linguistico è stato condotto dai professori Antonio Di Silvestro (Capuana postillatore) e Salvatore Claudio Sgroi (Capuana e la norma linguistica). Un ulteriore approfondimento delle sue “carte” è stato possibile grazie alla Dott.ssa Maria Teresa Di Blasi, che ha illustrato il rapporto tra Corrado Di Blasi e il Fondo Capuana.
A cento anni dalla sua morte, Luigi Capuana ci appare come uno scrittore “contemporaneo”. Nei suoi scritti aveva racchiuso i problemi sociali del suo tempo, che appaiono vivi anche nel nostro, come si è potuto evincere dagli interventi di Aldo Fichera e Paolo Garofalo.
Ma pronunciare il nome di Luigi Capuana significa anche parlare di fotografia. Il suo rapporto con la macchina fotografica e il valore affidato alla fotografia è stato il cuore dei discorsi dei professori Giovanna Giordano e Mario Luca Testa.
Quest’ultimo nel suo intervento, frutto di un’attenta osservazione delle fotografie del Capuana, ha colto tutte le sfumature che lo scrittore menenino era in grado di racchiudere nelle sue pagine di letteratura tanto quanto nei suoi scatti:
«Sensibile a certi temi e al progresso che ha caratterizzato la sua contemporaneità, dal “Piccolo Archivio” (la prima opera naturalista italiana) alle sue fotografie, Capuana riusciva a vedere là dove gli altri rimanevano a guardare. Lo sapevano bene Verga e De Roberto, Croce e Pellizzari, ma prima di tutti lo sapeva Telemaco Signorini che, più di altri, è riuscito a sgretolare quell’involucro di creta che imprigionava Capuana in una dimensione provinciale. Quella stessa provincia che oggi gli è grata così come Capuana gliene fu per averlo reso tanto sensibile quanto coraggioso».
Accostarsi a Capuana significa avvicinarsi a una mente il cui genio è in grado di racchiudere la letteratura e la fotografia, i ragazzi e gli adulti, la sua contemporaneità e la nostra. Luigi Capuana non era solo un attento osservatore del suo tempo, ma un “profeta” del nostro.
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