“Gps for the Soul” (Bussola per l’anima) è l’ultima applicazione di self-tracking, lanciata per controllare il livello di stress. E’ uno dei fattori causa di diverse malattie e a soffrirne, ad alta percentuale, sono più i giovani e i dipendenti aziendali. Ma per chi non ha il tempo di fare yoga?
La soluzione, arriva dalla giornalista-imprenditrice Arianna Huffington, direttore dell’Huffington Post Media Group, che ne ha realizzato un’applicazione utile, al pari dello yoga, che permette di tenere sotto controllo le emozioni negative alla quale siamo costantemente sottoposti. E’ “Gps for the Soul”, l’applicazione sviluppata in collaborazione con i ricercatori di Hearthmath, in grado di misurare il nostro battito cardiaco e le sue variazioni, fattori determinanti per il controllo allo stress. In un certo senso è un Self-tracking, sempre a disposizione, che permette a chi lo utilizza non solo di auto monitorarsi ma anche di raggiungere il cosiddetto “quantified-self“, ovvero riuscire a migliorare le proprie condizioni di stress attuali. Un dito sul proprio smartphone ed ecco a voi la radiografia delle vostre emozioni e del grado di stanchezza accumulato durante il giorno. Un solo minuto, per ottenere lo scanner di te stesso su una finestrella dello smartphone, che vi mostrerà se occorre o meno un controllo. Cosa accade con la scritta “You may be experiencing some stress” ovvero sei stressato? Una sorta di viaggio nella natura, un po’ come una terapia yoga sullo schermo iphone, vi porterà rapidamente al famoso stato del nirvana “You are in sync” ovvero “sei in sintonia con mondo”. Sembra stravagante e forse lo è anche tanto, riuscire a sincronizzarsi attraverso l’uso del telefonino.
La scoperta di tali applicazioni non è odierna. Scopriamone gli alberi genealogici.
Sono oramai conosciuti da tempo, soprattutto nel mondo dello sport, i braccialetti, cinturini, gadget, che permettono il controllo dei propri movimenti, delle calorie bruciate etc. Già da diversi anni , circolano applicazioni simili a questa, come ad esempio “Azumio”, “Viary”, che hanno prodotto anche ottimi risultati dopo l’utilizzo da parte dei pazienti. Ma il processo di miglioramento tecnologico non si ferma mai. Android ad esempio, uno dei migliori sistemi operativi installati su smartphone, Ipad etc., sta sviluppando una nuova applicazione di self-tracking. Si chiama “Ginger.io” ed è in grado di dare una minuziosa analisi di stress, in base al modo d’uso quotidiano del proprio telefonino. Caratteristiche come la rapidità nel digitare, le risposte ai messaggi, il tono di voce etc. Proprio dall’Italia, provengono i tre ricercatori ( Matteo Lai, Simone Tognetti e Maurizio Garbarino), che già da un anno, hanno realizzato un prototipo presentato ad Amsterdam nella conferenza “The Next web” che in origine, prese il nome di “Empatica”. Un fatto avvenuto durante la conferenza, servì a dimostrare i benefici reali di “Empatia“. Quel giorno infatti , la blogstar Robert Schoble chiamò sul palco Matteo Lai. Giunto in scena il Sign.r Lai consegnò in mano a Schoble il braccialetto. Per ottenere una buona dimostrazione Schoble si rivolse con tono ironico a Lai chiedendo: “E quindi adesso se io ti chiedessi se tu vuoi andare nel quartiere a luci rosse tu avresti un picco di stress?“. Lai, divertito rispose: “Sì, ma il braccialetto ce l’hai tu e quindi sono io che te lo chiedo“. Venne fuori al pubblico un grafico del picco di imbarazzo di Schoble e cosi il prototipo “Empatia” fece il giro del mondo. Il vero braccialetto ha preso oggi il nome di “E2” e attualmente è destinato solo agli ospedali e ai centri di ricerca ma l’obiettivo dei tre ricercatori è destinarlo alle aziende in quanto è proprio nei dipendenti aziendali che lo stress è causa di malattie. Nell’installazione di un braccialetto sul nostro corpo gioca un ruolo fondamentale la privacy, ma a questo problema si desterà attenzione al momento opportuno.