In queste ore ha fatto molto clamore l’intervista pubblicata sul Corriere della sera ad una studentessa universitaria, che per arrotondare ha scelto di lavorare con il suo corpo. Non solo lei, ma anche tanti giovanissime e giovani, decidono di intraprendere questa strada per guadagnare qualcosa. Per alcuni è un hobby, per altri un vero e proprio lavoro, che garantisce di pagare gli studi universitari e gli affitti.
Una studentessa di Economia fuori sede, la sua coinquilina che frequenta il Conservatorio e un suo amico di Scienze Politiche hanno deciso di fare questa esperienza lavorativa. Dietro le loro storie non ci sono disagi economici e tutti e tre hanno condotto una vita normalissima. Loro hanno deciso di lavorare come sugar baby, professione diversa dalla prostituzione: “In strada ci sono le vittime della tratta, noi facciamo tutta un’altra cosa – ha dichiarato la studentessa al Corriere – Ci iscriviamo sui siti di incontri e ci proponiamo come sugar baby. Vendiamo esperienze e non c’è disparità di potere perché noi abbiamo la giovinezza, loro il denaro”.
C’è chi lavora da remoto da casa, attraverso la webcam, chi scrive soltanto, chi, invece, incontra dal vivo i propri clienti. Quest’ultima tipologia comporta anche eventuali trasferte per più giorni in città diverse. Anche in tempo di Covid e di distanziamento sociale “C’è tantissima domanda – ha raccontato la giovane -. Quindi possiamo permetterci di selezionare solo chi ci interessa, dire se a quelle condizioni ci va bene oppure no. Accompagnarli è una nostra scelta”.
Ma qual è la differenza tra la prostituzione e i sugar baby? Sicuramente la libertà e l’indipendenza. “Ci assumiamo un rischio quasi imprenditoriale, – afferma l’universitaria – liberi di smettere in qualunque momento. Mai accetteremmo di farci controllare da altri, anche se a volte capita che qualcuno si faccia avanti dicendo di volerci proteggere”.
I tre giovani hanno le idee chiare sul proprio futuro e sono consapevoli che questo sia un impiego temporaneo, perché vorrebbero dare spazio al frutto degli studi e ai loro sogni. “Io ho cominciato questo lavoro due anni fa, lo farò ancora per quattro o cinque, non di più. – ha detto la studentessa di Economia – Mi rifiuto di abitare in un bilocale di periferia in quattro, così invece posso stare appena un po’ più comoda, in zona Isola, mi pago gli studi e soprattutto metto da parte i soldi che mi serviranno per fondare una start up o aprire un negozio tutto mio, invece che restare disoccupata”.
Una clientela selezionata e benestante: “In questi mesi io ne ho due e con loro guadagno più di seimila euro al mese, solo se mi va aggiungo qualcosa”. Allo stesso tempo si prefigge come un impiego impegnativo, con alcuni costanti su cui investire e rinunce da fare. “Non sono soldi facili, è un lavoro molto faticoso, – ha concluso la ragazza – anche per la cura di sé. Non solo del corpo, devi curare anche la mente, perché ti preferiscono di buon umore. E non ti puoi innamorare di nessun ragazzo, o questo lavoro non lo riesci più a fare”.