Per la penisola italiana sembra che non sia ancora giunto il momento di mettere un punto definitivo ai contagi. L’ultimo report settimanale fatto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, infatti, ha segnalato un’incremento di positivi per la terza settimana consecutiva.
Indice di contagi
Sono ben nove le regioni che hanno sviluppato un numero di contagi superiore a quello delle scorse settimane. Le cifre più alte si sono registrate in Umbria, il cui indice di contagiosità è arrivato a 1,34, seguito da Abruzzo (1,24), Veneto (1,21), Lombardia (1,17) e Campania (1.02).
Alcune regioni, invece mantengono il loro indice sotto l’1 e tra questi si colloca in cima alla classifica anche la Sicilia con lo 0,99, e a seguire si trovano Toscana (0,96) e Piemonte (0,95), seguiti a distanza da Marche (0,85), Calabria (0,77) e Lazio (0,73). Solo due regioni hanno un tasso di contagi pari a 0: le fortunate sono Basilicata e Molise.
L’ISS e il Ministero della Salute, però, rassicurano: “Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto – si legge sul report settimanale -. Questo avviene anche grazie alla ricerca e la gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l’isolamento immediato dei casi secondari. La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento è uno dei motivi che permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione“.
Migranti e giovani
Nonostante le accese discussioni politiche sulla situazione dei migranti contagiati sbarcati a Pozzallo durante gli ultimi 30 giorni, è stato confermato che la maggior parte dei nuovi positivi hanno contratto il virus nel territorio nazionale. Infatti solo il 28,3% dei nuovi casi risulta essere importato da persone che provengono da Stati esteri.
Inoltre, sia in Italia che in Europa è in atto una transizione epidemiologica: la maggior parte dei nuovi positivi delle ultime settimane hanno al massimo 30 anni. Ciò indica che i contagi si stanno diffondendo tra i giovani, a differenza dell’età media considerata all’inizio della pandemia. Secondo l’ISS e il Ministero della Salute questo fenomeno è conseguenziale alla riapertura di molti settori commerciali.
Nelle conclusioni del report si legge che “l’Italia si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento. Anche in questa settimana si rileva la trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, spesso associati all’importazione di casi da Stati esteri e successiva trasmissione locale (anche al rientro dopo periodi di vacanza in Paesi a più elevata circolazione virale)“.