Qui il testo integrale della lettera del CUdA:
“Recenti articoli di quotidiani online hanno raccontato – attraverso la pubblicazione di intercettazioni relative a inchieste della locale Procura – le “trame” che sottenderebbero all’ultima rielezione degli organi catanesi dell’Ordine dei Medici. Un tema questo che dovrebbe interessare poco o niente l’Università, trattandosi di soggetti tanto autorevoli quanto ben distinti; ma alcuni degli attori di tali intercettazioni, non è dato sapere se a ragione o a torto, chiamerebbero in causa il rettore Basile come soggetto a vario titolo particolarmente interessato agli equilibri degli organi dell’ordine professionale.
L’anticipazione di intercettazioni fuori contesto è pratica scivolosa se non rischiosa; né ci pare che siano in alcun modo da seguire o assecondare le ossessioni penali già ampiamente praticate da più soggetti connessi alla vita universitaria; soggetti ai quali, volentieri, lasciamo tali spesso “strillate” ossessioni (ciascuno ha ciò che si merita). A noi pare invece utile affermare che l’Università è un’Istituzione prestigiosa e delicata, che va tenuta, in ogni modo, fuori da equilibri e lotte di organi e soggetti esterni, indipendenti e altri rispetto alla missione della ricerca e della didattica che l’Università stessa persegue. Tale distinzione va praticata con rigore e con l’esercizio di una cautela costante nelle relazioni – necessarie ove proficue – con i soggetti del territorio (forze politiche, sindacati, ordini professionali, organizzazioni imprenditoriali, etc…).
Registriamo con piacere la notizia dell’elezione del rettore Basile alla Presidenza della prestigiosa Società Italiana di Chirurgia; ma non possiamo non augurarci che questa carica, importante e onerosa, non distolga il rettore in una fase nevralgica della vita dell’Ateneo, il quale si avvicina, non senza fatica e criticità, ad importanti scadenze in una fase di crescente competizione tra università resa ancor più complessa dalle scelte politiche passate e presenti. Inutile negare che, da più parti, è sentita con forza l’esigenza di una presenza più costante nella conduzione dell’Ateneo.
Nella convulsa fase elettorale che seguì alla ancora incomprensibile sentenza del CGA che, partendo da una lettura che ci pare “solitaria” del dettato della 240/10, decretò de facto la fine dell’esperienza dell’amministrazione Pignataro, auspicammo che la pratica delle conferenze programmatiche periodiche sui temi della didattica, della ricerca, della terza missione – inaugurata dalla precedente amministrazione – divenisse un modo consolidato di estendere la consapevolezza sulle scelte di lungo periodo in una fase di riduzione di risorse e di politiche governative non lungimiranti. Registriamo anche qui che solo dopo quasi due anni dall’elezione dell’attuale amministrazione si è tenuta una conferenza programmatica sulla programmazione strategica; una conferenza molto importante nella quale però anche i non molti interventi dei partecipanti hanno sottolineato criticità che per una proficua soluzione avrebbero bisogno di altri momenti, più ampio dibattito e maggiore condivisione.
Il nostro Ateneo si trova in una fase delicata; il modo in cui verranno affrontati i prossimi anni, in primis dagli organi e poi dall’intero sistema universitario, avrà ripercussioni difficilmente reversibili; anni che tra l’altro si annunciano drammatici per la riduzione delle risorse e per il processo miope e pericoloso in atto, che vede lo spostamento a nord del già scarso finanziamento del sistema della ricerca. È necessario il contributo di tutte e tutti per superare le secche di questa fase e portare l’Ateneo, ancora indietro in alcuni indicatori – didattica ma non solo – a navigare in acque più sicure”.