Oltre ottanta studenti in visita nello scalo etneo per studiare le nuove rotte dell’intermodalità
CATANIA – Un porto – quello di Catania – pensato non solo come infrastruttura ma come opportunità sostenibile per potenziare i sistemi distributivi e il tessuto economico. E un Distretto – quello Sud/Est – che nel campo industriale e produttivo è una delle zone più attive e dinamiche della Sicilia.
Con un incremento della movimentazione container di oltre il 40% in un anno, lo scalo di Catania dimostra di avere tutte le carte per essere fulcro di un network che riunisca i portatori d’interesse, tracciando di fatto gli scenari futuri attraverso lo scambio e la condivisione di know-how: obiettivo sul quale sta già lavorando da tempo la Europea servizi terminalistici (Est), mettendo in atto una serie di iniziative e incontri. Tra questi, la sinergia con e, in particolare, con il, con il quale è stata siglata un’attività di collaborazione per lo studio delle attività produttive, che prevede anche il finanziamento di borse di studio per giovani orientati e interessati al settore dell’intermodalità.
Le ricerche condotte dal prof. , docente del corso di Logistica e Distribuzione commerciale, hanno evidenziato il potenziale del trasporto marittimo containerizzato, dimostrando l’efficacia e l’efficienza dei “sistemi locali” nell’ottica di miglioramento del posizionamento in ambito continentale. Dalle aule ai container il passo è stato breve, perché il gruppo di lavoro – accolto dal Commissario dell’Autorità portuale e dal responsabile comunicazione Est – ha visitato l’area dei terminal, con un occhio attento alle attività del Porto e alle dinamiche che regolano il sistema dell’intermodalità.
«L’obiettivo è divulgare la cultura delle logistica distributiva – spiega Marco Romano – puntando i riflettori sulle rotte da percorrere per l’incremento della movimentazione di merci: il primo step è fare rete, avvicinare la professione e le imprese al tema del trasporto che percorre le autostrade del mare, per il potenziamento dei distretti produttivi siciliani e il miglioramento della loro posizione nei mercati nazionali e internazionali».
«Per realizzare un modello logistico efficace, creare varchi verso nuovi sbocchi professionali e sostenere la crescita del territorio – afferma Mauro Nicosia – è bene dialogare con tutti i soggetti della filiera. Proprio il lavorocondotto dall’Ateneo rappresenta un valido e utile supporto al progetto che vede l’azienda quale laboratorio permanente di studio e monitoraggio, nonché termometro economico del reale potenziale commerciale dell’import/export, che vede il porto di Catania al centro delle politiche di sviluppo e dei processi d’internazionalizzazione».