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La nuova analisi Istat sull’incidentalità stradale restituisce una fotografia approfondita e multilivello della situazione in Sicilia. Non si tratta solo di un elenco di numeri, ma di una vera e propria mappa del rischio che incrocia dati storici, distribuzione territoriale, tipologie di strade e profili delle vittime. Grazie a una dashboard interattiva e a materiali di approfondimento, è possibile scendere fino al livello comunale, offrendo uno strumento utile non solo alla lettura statistica, ma anche alla programmazione delle politiche pubbliche.
Nel 2024 in Sicilia si sono verificati 11.391 incidenti stradali con lesioni a persone. Le vittime sono state 240, mentre i feriti 16.567. A livello nazionale, nello stesso anno, gli incidenti sono stati 173.364, con 3.030 morti e oltre 233 mila feriti. Il tasso di mortalità regionale, pari a 5 morti ogni 100.000 abitanti, risulta sostanzialmente in linea con quello nazionale (5,1), ma questo equilibrio apparente nasconde forti differenze interne.
Osservando il periodo 2001-2024, la Sicilia segue una traiettoria simile a quella italiana: dopo i picchi dei primi anni Duemila, la mortalità diminuisce progressivamente. Tuttavia, il confronto con il periodo pre-pandemico evidenzia una criticità. Rispetto al 2019, i morti sulle strade siciliane aumentano del 14,3%, mentre in Italia diminuiscono del 4,5%. Un dato che indica come i benefici di lungo periodo non siano ancora consolidati.
L’analisi provinciale mostra come i grandi centri urbani concentrino il maggior numero di incidenti. Catania e Palermo guidano la classifica per sinistri e feriti, mentre Messina presenta il tasso di mortalità più elevato. Alcune province, come Siracusa e Messina, superano sia la media regionale sia quella nazionale, segnalando una maggiore esposizione al rischio sulle reti viarie locali.
La maggior parte degli incidenti avviene in ambito urbano, ma la probabilità di morte cresce sensibilmente sulle strade extraurbane e sulle autostrade. Gli indici di mortalità e lesività confermano che la velocità e la tipologia di infrastruttura incidono in modo decisivo sulla gravità degli esiti.
Tra le vittime prevalgono uomini adulti, soprattutto conducenti, mentre tra i feriti spiccano i giovani tra i 15 e i 29 anni. Gli anziani, pur meno coinvolti, risultano più vulnerabili, in particolare come pedoni. Nel confronto con gli obiettivi europei e con l’Agenda 2030 dell’Onu, la Sicilia mostra fragilità strutturali e forti divari territoriali. La lettura dei dati Istat diventa così un punto di partenza indispensabile per ridurre un costo umano e sociale che resta ancora troppo elevato.
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