Massiccia partecipazione in tutta l’Isola allo sciopero nazionale dei dipendenti delle farmacie private, indetto da Filcams Cgil, Fisacat Cisl e Uiltucs, per chiedere il rinnovo del CCNL, scaduto da ben oltre un anno. Le principali manifestazioni, con una cospicua partecipazione di oltre 1.000 farmacisti dipendenti, si sono tenute a Palermo, in piazza Indipendenza, di fronte alla Presidenza della Regione, e a Catania, dove i lavoratori hanno sfilato in massa da piazza San Domenico fino alla sede regionale Federfarma, situata in via Androne.
Una delegazione del presidio di Palermo è stata accolta all’Ars, mentre quella di Catania, composta da sigle sindacali e farmacisti dipendenti, è stata ricevuta in riunione nella sede di Federfarma.
Una grande adesione è stata riscontrata in entrambe le città, non del tutto scontata dopo lo scontro a suon di circolari che ha visto coinvolti sindacati, titolari di farmacia, collaboratori e dipendenti a vario titolo. A Catania sono giunte anche le delegazioni dalle province di Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Messina.
Le dichiarazioni delle segreterie regionali
“La grande partecipazione di oggi conferma la determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle farmacie private nel rivendicare un rinnovo dignitoso e coerente con l’evoluzione del settore”, dichiarano in una nota congiunta le segreterie regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
“Federfarma – aggiungono – ascolti la voce dei dipendenti: non si può più rinviare il riconoscimento economico e normativo dovuto a chi garantisce ogni giorno un servizio essenziale per la salute dei cittadini. È il momento della responsabilità”.
Le sigle chiedono che l’associazione datoriale torni subito al tavolo negoziale con proposte concrete e coerenti con il valore sociale e professionale del lavoro svolto nelle farmacie private.
Le richieste dei sindacati
I sindacati sottolineano che la protesta non ha come focus solo gli aspetti economici, ma anche e soprattutto il riconoscimento effettivo del ruolo sanitario e professionale del farmacista, figura sempre più centrale nella sanità territoriale. Le richieste principali avanzate dalle sigle sono:
- Degli adeguamenti salariali equi, che siano quindi in linea con l’aumento del costo della vita;
- Una riforma del sistema di classificazione del CCNL, così da rendere maggiormente accessibile il livello Q2, per ridurre i tempi delle progressioni di carriera;
- La garanzia che le ore di formazione obbligatoria (ECM) non siano più a carico dei lavoratori;
- La valorizzazione del ruolo delle farmacie dei servizi, ormai parte integrante del sistema di assistenza sanitaria;
Occorre una svolta vera – spiegano le sigle – che restituisca dignità, attrattiva e futuro a una professione che sta perdendo forza e vocazioni. Il crollo delle immatricolazioni in Farmacia e l’abbandono di molti professionisti verso altri settori sono segnali preoccupanti che non si possono ignorare.
Le farmacie come presidi di prossimità
Nel corso dei vari presidi siciliani è stato più volte e con fermezza ribadito il ruolo delle farmacie come presidi sanitari di prossimità, fondamentali anche nei piccoli centri abitativi dove spesso mancano ambulatori, ospedali e guardie mediche. Un presidio che – sottolineano i sindacati – non può reggersi solo sulla buona volontà di chi lavora, ma necessità di tutele vere e proprie, riconoscimenti e condizioni di lavoro dignitose e stabili.
Le sentite mobilitazioni di oggi, evidenziano le organizzazioni sindacali, rappresentano non solo una rivendicazione salariale, ma anche una richiesta di modernizzazione del sistema farmacia, che possa fondere qualità dei servizi, sostenibilità e innovazione.
Per garantire un futuro solido al settore – affermano i sindacati – servono politiche condivise tra istituzioni e rappresentanze dei lavoratori, investimenti nella formazione continua, nella ricerca e in nuove forme di welfare aziendale.
Alcune foto della manifestazione di oggi tenutasi a Catania, da piazza San Domenico fino alla sede regionale Federfarma.

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