
Modello Red 2025: L’Inps ha ufficialmente avviato la campagna per la presentazione del Modello Red 2025, la dichiarazione reddituale che devono inviare i pensionati che percepiscono prestazioni collegate al reddito. La scadenza è fissata per il 28 febbraio 2026 e riguarda i redditi percepiti nel corso del 2024. Si tratta di un adempimento fondamentale per continuare a beneficiare delle integrazioni e degli assegni assistenziali legati al reddito personale o familiare.
Il Modello Red 2025 consente all’Inps di verificare che il pensionato abbia ancora diritto a determinate prestazioni economiche. Attraverso la dichiarazione reddituale, l’istituto controlla il rispetto dei limiti di reddito stabiliti per beneficiare di integrazioni al trattamento minimo, maggiorazioni sociali o della quattordicesima mensilità. L’obiettivo è garantire che le risorse vengano destinate a chi ne ha effettivamente diritto e aggiornare le informazioni economiche dei beneficiari.
Non tutti i pensionati sono obbligati a presentare il Modello Red 2025. Sono esclusi coloro che hanno già comunicato all’Agenzia delle Entrate tutti i propri redditi tramite la dichiarazione dei redditi e chi non ha subito variazioni nel corso dell’ultimo anno. L’obbligo riguarda invece i titolari di prestazioni assistenziali (come integrazioni o maggiorazioni) che dipendono da requisiti economici e che devono aggiornare la propria situazione.
La dichiarazione può essere presentata online accedendo al portale Inps tramite l’area personale MyInps, con credenziali SPID, CIE o CNS. Una volta effettuato l’accesso, è necessario entrare nella sezione “Red Precompilato”, disponibile all’interno di “Pensione e Previdenza”, e completare la procedura guidata.
Per chi non ha dimestichezza con gli strumenti digitali, resta sempre possibile rivolgersi ai CAF o agli intermediari convenzionati con Inps, che offriranno assistenza gratuita per l’invio del modello.
La mancata presentazione del Modello Red 2025 comporta conseguenze economiche importanti.
L’Inps, in assenza della dichiarazione reddituale, sospenderà le prestazioni legate al reddito per un periodo di 60 giorni, fino all’invio della documentazione mancante. Trascorso tale termine senza regolarizzazione, le prestazioni potrebbero essere revocate definitivamente, con la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite.
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