Dopo anni di interruzione dovuta alla Brexit, il governo britannico ha annunciato il ritorno alla mobilità giovanile attraverso il programma Erasmus+, segnando una svolta significativa nei rapporti tra Regno Unito e Unione Europea. La decisione arriva dopo le pressioni dell’Ue e gli incontri tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier britannico Keir Starmer, finalizzati a discutere sicurezza, energia e, soprattutto, opportunità per i giovani.
Il ritorno del Regno Unito a Erasmus+
Il Regno Unito aveva interrotto la sua partecipazione al programma Erasmus+ nel 2020, un passo che aveva suscitato “rammarico” a livello europeo. Il programma, attivo dal 2014, aveva permesso a oltre 730mila studenti provenienti da Francia, Germania e Spagna di vivere esperienze formative e culturali nel Regno Unito. La riapertura dei colloqui con le aziende private e l’intenzione di rilanciare Erasmus+ rappresentano un segnale chiaro dell’impegno britannico a favorire la mobilità giovanile nonostante il contesto post-Brexit.
La nuova partnership con l’Ue
L’accordo di “reset” firmato a maggio tra Londra e Bruxelles prevede una serie di agevolazioni per studenti under 30, tra cui visti facilitati della durata di quattro anni. Tuttavia, va sottolineato che non si tornerà alla piena libertà di movimento pre-Brexit. L’obiettivo principale del governo britannico è favorire la mobilità educativa e creare un ponte con le università europee, pur mantenendo alcune restrizioni sulle norme di immigrazione.
Opportunità per gli studenti italiani
Secondo un’analisi dell’Indire, dal 2007 al 2015 il numero di studenti italiani diretti nel Regno Unito è cresciuto dell’80%, passando da circa 1.500 a 2.695 unità. La ripresa di Erasmus+ potrebbe quindi rappresentare una nuova occasione per molti giovani italiani interessati a esperienze formative all’estero, accedendo a corsi universitari, tirocini e programmi di scambio culturale in territorio britannico.













