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Da Etna Comics a Gaza: la rotta della speranza

Dal palco del festival ai mari del Mediterraneo: la Freedom Flotilla salpa da Catania per Gaza, unendo cultura pop e impegno umanitario.

Nel cuore pulsante dell’Etna Comics 2025, tra cosplay e fantasy, si è levata una voce forte e concreta, quella della Freedom Flotilla Coalition from Catania to Gaza. Una piccola nave di 18 metri, dodici persone a bordo, un viaggio che non è solo geografico ma profondamente umano e politico. Questi attivisti internazionali partono da San Giovanni Li Cuti, un porto poco distante da Catania, con l’obiettivo di rompere il blocco navale che da anni soffoca Gaza, portando aiuti e soprattutto un messaggio di solidarietà globale.

Quattro di loro, personalità che con la loro esperienza e il loro impegno danno voce a un dramma che il mondo non può più ignorare.

Liam Cunningham: da Westeros a un impegno reale

Liam Cunningham, celebre per il ruolo di Davos Seaworth in Game of Thrones ( Il Trono di Spade), ci racconta cosa lo spinge a  imbarcarsi in una missione così rischiosa, scegliendo di usare la sua notorietà per sensibilizzare su cause umanitarie e di giustizia sociale: “La finzione cinematografica ha un potere enorme, ma a volte la realtà chiede un impegno diretto. Non si può più assistere passivamente a milioni di persone che soffrono sotto un assedio senza fare nulla. Questa non è solo politica, è una questione di umanità”.

Il blocco navale e l’assedio imposto a Gaza hanno creato una situazione umanitaria gravissima, con una popolazione di oltre due milioni di persone che vive sotto costante emergenza. L’accesso a beni di prima necessità come acqua, medicine e cibo è limitatissimo, e la pandemia di violenza sembra senza fine.

Per Liam, l’arte e l’attivismo non sono mondi separati ma intrecciati: “Il cinema può aprire gli occhi, ma la vera trasformazione avviene quando quei messaggi si traducono in azioni concrete”.

Thiago Ávila: la solidarietà oltre i confini

Thiago Ávila, attivista brasiliano, che da anni si batte contro le disuguaglianze e la violenza in America Latina, spiega che la missione è anche un grido contro le ingiustizie globali: “La nostra nave è un simbolo: dice che nessuno è isolato. Le ingiustizie che vediamo in Palestina, in America Latina, ovunque, hanno radici comuni. Dobbiamo rispondere con unità, empatia, e soprattutto azione. Quando si vede soffrire l’umanità, bisogna agire, anche se questo significa navigare verso l’ignoto.”

Thiago ci racconta che in questi anni ha imparato che “la paura non può bloccare chi sa di combattere per la vita e la dignità.” Per lui la forza sta nella comunità globale: “Quando il mondo si unisce, la speranza cresce, i bambini di Gaza sono bambini di tutto il mondo. Quando la comunità internazionale rimane in silenzio, partecipa implicitamente a questa tragedia”.

Yasemin Acar: gentilezza come resistenza

Yasemin Acar, attivista tedesca per i diritti umani, parla della forza della gentilezza come forma di resistenza: “Ogni gesto gentile è una scintilla di luce in un mondo che sembra spesso buio”. Offre, inoltre, una prospettiva toccante e umana: “Non serve essere eroi. Serve gentilezza, il coraggio di restare umani in un tempo che spesso sembra volerci disumanizzare. La gentilezza è la nostra arma più potente contro l’odio e la violenza”.

Parlando della missione, Yasemin sottolinea: “Il nostro viaggio è anche un invito a riflettere sul potere delle piccole azioni. Ognuno di noi può fare la differenza. La visibilità di questa missione ci protegge. La solidarietà globale è la nostra scorta più grande. Sappiamo che il mondo ci guarda, e questo ci dà forza”.

Ann Wright: il coraggio di dire la verità

Ann Wright, ex colonnello USA, ha fatto della sua vita una testimonianza contro la guerra e l’oppressione. Nel 2003 si è dimessa dal servizio diplomatico per protestare contro la guerra in Iraq e da allora si è impegnata instancabilmente per la pace, il disarmo e la giustizia globale. All’età di 78 anni con la sua voce ferma, ci spiega l’urgenza di questa missione: “Quello che accade in Palestina non è un conflitto religioso, è una questione coloniale. Da 68 anni un’intera cultura e un popolo vengono cancellati pezzo dopo pezzo. Non c’è più uno Stato palestinese, solo un territorio occupato.”

Ann racconta anche la dimensione emotiva di questa realtà: “Vedere i bambini di Gaza soffrire dovrebbe far tremare la coscienza di ogni essere umano. L’umanità ha fallito se chiude gli occhi davanti a questo genocidio silenzioso”.

Quando le chiediamo della paura, risponde senza esitazione: “La vera paura sarebbe non fare nulla, restare in silenzio mentre il sangue scorre. Siamo consapevoli dei rischi, ma il dovere di agire è più forte”.

La paura non li ha risparmiati. Hanno famiglie, sogni, vite ordinarie. Ma ciò che li distingue non è l’assenza di timore, bensì la scelta di agire nonostante esso. Salpano non perché sono eroi, ma perché rifiutano di essere complici silenziosi. Non cercano il martirio, ma la dignità. La loro è una forma di coraggio che appartiene a tutti noi, come esseri umani: la capacità di non voltarsi dall’altra parte, di trasformare l’empatia in azione. In un mondo che ci vuole spettatori, loro scelgono di essere presenza viva. E ci ricordano che il vero rischio non è partire, ma restare fermi

Una comunità che si mobilita

San Giovanni Li Cuti, piccolo quartiere di pescatori, diventa il punto di partenza di una sfida grande quanto il mare. Qui la gente segue con emozione questa missione, come racconta Maria, una residente, partecipante all’evento ospitato da Etna comics, orgogliosa del ruolo cruciale e di grande importanza del suo Paese d’origine: “Questa storia ci tocca tutti. È bello sapere che da qui partono persone che vogliono cambiare il mondo, anche se è solo un piccolo gesto. Vedere queste persone partire per una causa così grande ci fa capire che non siamo mai troppo piccoli per fare la differenza”.

Tra il pubblico di Etna Comics, tanti giovani condividono questa energia di speranza e impegno. Diletta, 19 anni, studentessa di Medicina confida: “Non avevo mai pensato di poter fare qualcosa di concreto, ma ascoltare queste storie mi fa capire che anche io posso contribuire., anche solo con piccoli gesti, come il parlarne ampiamente e apertamente con gli amici, in famiglia, sui social, per dar voce a chi voce non ne ha”.

Cultura e attivismo: il ruolo di Etna Comics

L’evento che ha ospitato la Freedom Flotilla è più di un festival dedicato al fantasy e al cinema: è un luogo dove cultura e impegno sociale si incontrano. Il coordinatore dell’evento ha sottolineato: “Dare spazio a queste voci significa rendere Etna Comics non solo un evento di intrattenimento, ma un crocevia di idee e speranze”.

L’evento all’Etna Comics non è stato solo una presentazione, ma un momento di dialogo tra arte, cultura e impegno civile. Il festival ha accolto con rispetto e attenzione il messaggio della Freedom Flotilla, sottolineando come la cultura possa essere veicolo di consapevolezza e trasformazione sociale. Questa traversata non è solo una missione di aiuti, ma un messaggio potente per il mondo: l’indifferenza è complice dell’ingiustizia.

Come ci ricorda Ann Wright: “Il silenzio di fronte alla sofferenza è una scelta politica. Ognuno di noi ha la responsabilità di parlare, agire, difendere la dignità umana, abbiamo il dovere di alzare la voce, di agire con coraggio e non violenza. La pace non è un’utopia, è una necessità urgente.”

La Freedom Flotilla ci ricorda che il cambiamento nasce dall’impegno di persone comuni che scelgono di non chiudere gli occhi, non è solo una traversata geografica, ma un viaggio nel cuore dell’umanità, una sfida a riconoscere la dignità di ogni essere umano e a combattere l’ingiustizia con strumenti di pace e solidarietà.

L’appello che arriva dal mare della Sicilia è chiaro: in un mondo segnato da guerre e indifferenza, ognuno di noi ha una responsabilità. La speranza si costruisce con il coraggio, la gentilezza e l’impegno concreto.

La missione parte da Catania come un faro di speranza e coraggio, come evidenziato nell’articolo Catania, in arrivo “Heart of Gaza”: una mostra di arte e solidarietà. Questi dodici uomini e donne ci ricordano che il cambiamento è possibile quando si sceglie di agire con cuore e determinazione. L’Etna Comics 2025, con il suo impegno nel dare voce a storie vere e urgenti, diventa così un crocevia di cultura, coscienza e umanità.

Da Catania a Gaza, la rotta è tracciata — e il mondo è chiamato a navigarla insieme.

Non restiamo spettatori, diventiamo protagonisti di un futuro di giustizia e pace. Ogni gesto, anche il più piccolo, può rompere il muro del silenzio e accendere la luce della solidarietà nel buio delle ingiustizie.

Dalila battaglia

Studentessa di Giurisprudenza con la penna affilata e uno sguardo curioso sul mondo. Unendo la passione del diritto alla scrittura giornalistica, crede che la giustizia sia la chiave per un futuro più equo, dove le leggi siano strumenti di cambiamento e protezione, e non di esclusione.

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