La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro delle farmacie private si è interrotta! Non è stato raggiunto un accordo tra le organizzazioni sindacali – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – e Federfarma, associazione che rappresenta i titolari delle farmacie. Il punto principale del disaccordo riguarda l’aumento degli stipendi. I sindacati chiedevano un adeguamento salariale basato sull’aumento del costo della vita, tenendo conto dell’inflazione registrata negli anni in cui il contratto era in vigore e di quella prevista per i prossimi tre anni. Federfarma, invece, ha proposto un incremento economico pari a 120 euro da distribuire nell’arco di tre anni, una cifra che i sindacati hanno ritenuto del tutto insufficiente.
A causa di questa distanza tra le parti, il negoziato si è bloccato, lasciando in sospeso il futuro contrattuale di circa 60.000 lavoratori e lavoratrici impiegati nelle farmacie private italiane. L’interruzione della trattativa potrebbe portare a nuove mobilitazioni sindacali e a ulteriori tensioni tra le parti. Nel frattempo, i dipendenti continueranno ad avere le stesse condizioni economiche e normative stabilite dal precedente contratto, in attesa di un possibile nuovo accordo. Non tenendo conto che negli ultimi anni il ruolo del farmacista è cambiato: il contesto del settore sta infatti consolidando (anche per effetto della sottoscrizione dell’accordo di convenzione con lo Stato siglato dalle associazioni Federfarma e Assofarm) i servizi che si svolgono in farmacia, con la conseguente crescita della professionalità offerta da parte del personale, sia esso laureato ed iscritto all’ordine che nel caso degli operatori non laureati. Nonostante questo aumento delle mansioni e delle conoscenze richieste, i salari non crescono in modo adeguato, e spesso gli orari di lavoro sono lunghi e impegnativi.
“Questo fatto – sottolineano Filcams, Fisascat e Uiltucs in una nota – non può non essere affrontato con coraggio: crescita professionale, qualità della vita, conciliazione tra la vita personale e il lavoro, oltre alla questione salariale, sono i temi più sensibili e sentiti portati al tavolo della trattativa”. I rappresentanti sindacali reputano parziali o completamente insufficienti le risposte arrivate da Federfarma. “Sembra che i titolari di farmacia – si legge ancora nella nota sindacale – non si rendano conto della situazione: pare non avvertano il vento del cambiamento, che se non governato rischia di spazzare via una professione nobile ed un servizio essenziale alle cittadine e ai cittadini”.
Per queste ragioni, dopo l’esito dell’incontro odierno, le sigle sindacali nazionali Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno deciso di avviare una fase di mobilitazione. Verranno organizzate una serie di iniziative a livello nazionale e locale, i cui dettagli saranno stabiliti durante il coordinamento unitario già programmato per il 19 maggio.
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