Mancano due giorni all’incontro fissato all’Aran tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e i sindacati, ed al centro del dibattito resta la questione sul rinnovo del contratto collettivo del lavoro per il comparto Istruzione. Oltre alle attese novità per il personale docente, le prime stime parlano di una drastica riduzione del numero di studenti, banchi vuoti che cresceranno di circa 134.000 unità per il prossimo anno scolastico. Ma non solo: a preoccupare i sindacati sono i tagli al personale, previsti per il 2025, che potrebbero avere ripercussioni devastanti sul sistema scolastico italiano.
I tagli al personale: le proteste dei sindacati
Già nell’incontro svoltosi pochi giorni fa, il ministero ha annunciato il taglio di 5.660 unità di personale docente e 2.174 posti nell’organico Ata, una misura prevista dalla Legge di Bilancio. La reazione dei sindacati è stata immediata e forte: la Gilda degli insegnanti ha in questa sede sottolineato come questi tagli colpiranno principalmente i posti comuni, cruciali per ridurre il numero di alunni per classe e per evitare la soppressione di classi in scuole piccole e decentrate. Una situazione che potrebbe portare alla chiusura di istituti già soggetti a dimensionamento.
Anche il personale Ata quindi rischia di subire riduzioni significative, un aspetto che preoccupa non poco. Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil – che per questi tagli aveva scioperato ad ottobre e novembre scorsi – ha dichiarato che <<il personale ausiliario è già in forte carenza, e la riduzione dell’organico è incomprensibile>>. Il taglio ai collaboratori scolastici non fa che aggravare la situazione in scuole che già faticano a sopperire alle necessità quotidiane. Tra i sindacati ha espresso la propria contrarietà sulla questione anche Anief, il cui presidente, Marcello Pacifico, afferma <<è una misura immotivata, stante la crescente richiesta di personale ausiliario da parte delle scuole a supporto delle attività scolastiche. Ci siamo battuti e continueremo a farlo, per la conferma dei contratti relativi al l’organico aggiuntivo PNRR e Agenda Sud, altro che riduzioni del personale. Le scuole sono al collasso>>.
A questo già allarmante quadro, si aggiunge un altro dato preoccupante: la carenza di docenti, alimentata dal crescente numero di pensionamenti che non vengono adeguatamente sostituiti. La mancata compensazione di docenti attraverso il turn over, infatti già provocato una vacatio dovuta alla “fuga” di ben 10.293 docenti che hanno potuto accedere al pensionamento, senza relativa sostituzione.
La denatalità e il dimensionamento delle scuole: un’emergenza
Le sfide da affrontare in questo già disarmante sistema non riguardano però solo il personale scolastico ma anche e forse soprattutto la sfera degli studenti. Sono infatti sempre meno gli studenti italiani a causa della denatalità: secondo le stime, per il 2025/26, il numero di studenti italiani sarà in forte diminuzione, con circa 134.000 banchi vuoti rispetto all’anno in corso.
Il ministero sta tendando di cominciare ad arginare la deriva del sistema scolastico italiano portando avanti una politica di dimensionamento che, tuttavia, i sindacati non ritengono in linea con le reali necessità della scuola e che anzi, accrescerebbe il rischio di chiusura di molte realtà scolastiche della nazione. Nonostante i ricorsi legali da parte delle scuole, l’applicazione di questa politica sembra inevitabile, aggiungendo ulteriore incertezza al futuro dell’istruzione pubblica.