La cittĆ di Catania sembra essere completamente allo sbando. Nonostante siano stati spesi numerosi fondi per le campagne promozionali al fine di sensibilizzare i cittadini sulla pulizia urbana. La realtĆ delle strade e delle piazze della cittĆ sembra raccontare tutt’altra storia. Sporco ovunque, rifiuti abbandonati in ogni angolo, e uno stato di degrado che si sta impossessando del tessuto urbano. Tutto questo sotto gli occhi indifferenti di molti. Catania appare sempre più soffocata dalla sporcizia e dalla maleducazione diffusa dei suoi cittadini. Di seguito una carrellata di tutte le testimonianze dei lettori di Lungomare Liberato e le relative foto inviate alla loro pagina Facebook.
Le pensiline di vetro: l’ennesimo esempio di incuria
Tra gli errori più evidenti approvati dallāamministrazione comunale e contestati dai cittadini, ci sono le pensiline delle fermate degli autobus realizzate in vetro, una scelta che sembra ignorare completamente il clima della cittĆ . In una Catania dove le temperature estive sfiorano facilmente i 40 gradi, queste strutture si trasformano in vere e proprie fornaci. Non solo non offrono riparo adeguato, ma sembrano anche precariamente ancorate al suolo. La segnalazione arrivata da parte di un lettore di Lungomare Liberato mette in luce un potenziale problema di sicurezza ,che potrebbe compromettere non solo l’integritĆ della pensilina stessa, ma anche l’incolumitĆ di tutti i pendolari . Le nuove strutture, pur essendo di design moderno, sembrano mancare della necessaria soliditĆ per resistere a comportamenti vandalici, che in una cittĆ come Catania sono allāordine del giorno.

Piazzetta Ognina: un parco giochi tra i rifiuti
Poi c’ĆØ la Piazzetta Ognina, un luogo che dovrebbe essere un rifugio sicuro per i bambini e le famiglie. Invece, ĆØ sommersa dai rifiuti. Cartacce, bottiglie, sacchetti abbandonati: questo ĆØ lo scenario quotidiano. I bambini giocano tra la sporcizia, costretti a fare slalom tra immondizia e degrado. Come si può tollerare una situazione del genere in unāarea che dovrebbe essere il cuore pulsante della comunitĆ ? Le famiglie si chiedono dove siano le istituzioni, chi dovrebbe prendersi cura di questi spazi e farli tornare vivibili. E la risposta ĆØ sempre la stessa: nessuno interviene.

Piazza Maria Montessori: un simbolo dell’abbandono
Situazione ancora più assurda in Piazza Maria Montessori, che ormai ĆØ nel pieno dello sbando. La piazza ĆØ diventata terra di nessuno. In piazza ĆØ stato portato abusivamente un divano e un frigobar, in poche parole ĆØ stato allestito un piccolo salottino. La piazza, che dovrebbe essere un suolo pubblico e fruibile a tutti si ĆØ trasformata in un lounge a cielo aperto. Non si parla più di vandalismo occasionale, ma di un vero e proprio esproprio di un bene pubblico. Il più grande fallimento ĆØ il silenzio delle autoritĆ . Nessuno controlla, nessuno prende provvedimenti. Sembra che tutto sia permesso, purchĆ© ci si trovi in una cittĆ dove “ognuno può fare ciò che vuole”.

Viale Mario Rapisardi: occupazione del suolo pubblico
E se pensate che il degrado si fermi ai rifiuti, sbagliate. E domenica mattina e come ogni domenica si dĆ largo spazio alle grigliate in famiglia, peccato che a Catania questāultime vengano effettuate lungo le strade della cittĆ . Un esempio ĆØ quello di Viale Mario Rapisardi, atto vandalico segnalato da un lettore del giornale La Sicilia , giĆ delle prime ore del giorno. Ovviamente coloro che decidono di arrostire lungo strade pubbliche della cittĆ lo fanno in maniera completamente abusiva, coscienti del fatto che nessuno li punirĆ per il loro atto vandalico. A questo degrado si aggiunge la nuvola di fumo e odori che si infiltra si nelle case, costringendo i residenti a barricarsi dentro. Purtroppo non si parla di un evento sporadico, ma di una pratica che sembra essere diventata la norma.Ā La strada diventa proprietĆ privata di chiunque abbia voglia di organizzare un barbecue all’aperto, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze.
Una città che merita di più
Catania ĆØ una cittĆ dalla bellezza straordinaria, ma sta lentamente scivolando in una spirale di anarchia e disordine. Le istituzioni sembrano incapaci di risolvere problemi che sono sotto gli occhi di tutti. Le campagne di sensibilizzazione non bastano se non accompagnate da un controllo costante e da sanzioni efficaci. Il risultato ĆØ una cittĆ dove “ognuno fa ciò che vuole”, dove il rispetto per lo spazio comune ĆØ ormai un lontano ricordo.












