Negli ultimi mesi si è molto discusso del divieto di smartphone a scuola, voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Questa scelta ha suscitato ampi consensi, supportata da vari studi che evidenziano i danni causati dai dispositivi elettronici sui più giovani. Tuttavia, una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers of Education suggerisce che la soluzione migliore per migliorare la concentrazione degli studenti potrebbe non essere il divieto, ma piuttosto l’implementazione di brevi pause con l’uso controllato del telefono.
Un team di ricercatori statunitensi ha esaminato l’impatto delle cosiddette “pause tecnologiche” durante le lezioni universitarie. Per un intero trimestre, sono stati valutati gli effetti di brevi pause di uno, due o quattro minuti durante le quali agli studenti era permesso di utilizzare i loro telefoni. In alcune sessioni bisettimanali, i ricercatori hanno introdotto un gruppo di controllo, in cui gli studenti non potevano usare i telefonini ma erano incoraggiati a fare domande, mantenendo gli stessi intervalli di tempo delle pause tecnologiche.
Le pause venivano effettuate circa quindici minuti dopo l’inizio della lezione. I risultati dello studio hanno rivelato che gli studenti che avevano accesso alle pause tecnologiche tendevano a utilizzare i loro telefoni meno frequentemente rispetto a coloro che partecipavano alle sessioni di domande. In particolare, durante le pause tecnologiche di un minuto, il loro uso del telefono era al minimo. Questo suggerisce che brevi intervalli di utilizzo potrebbero essere più efficaci nel contenere il tempo trascorso con i dispositivi durante le lezioni.
Nonostante i risultati promettenti, i ricercatori non hanno potuto spiegare completamente il fenomeno. Hanno ipotizzato che un minuto possa essere un tempo sufficiente per inviare o leggere un numero limitato di messaggi. Con periodi più lunghi a disposizione, gli studenti potrebbero sentirsi più incentivati a controllare i loro telefoni e a interagire con le conversazioni digitali durante le lezioni. I ricercatori hanno notato che le pause di un minuto risultano particolarmente efficaci nel mantenere gli studenti impegnati, riducendo la tentazione di distrarsi con il telefono per lunghi periodi.
In risposta a queste preoccupazioni, il ministro Valditara ha emesso una circolare che stabilisce il divieto di utilizzo del telefono cellulare in classe per gli studenti dalla scuola d’infanzia fino alla secondaria di primo grado. L’eccezione è prevista solo in casi specifici, come per alunni con disabilità o disturbi di apprendimento, dove il telefono può essere utilizzato come supporto educativo. Al contrario, l’uso di altri dispositivi digitali, come computer e tablet, rimane consentito, sempre sotto la supervisione degli insegnanti.
Il ministro ha giustificato la sua decisione richiamando studi scientifici internazionali che dimostrano una correlazione negativa tra l’uso dei cellulari in classe e il rendimento scolastico. La circolare menziona il rapporto UNESCO “Global Education Monitoring Report 2023”, che evidenzia come l’uso eccessivo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) possa distogliere l’attenzione degli studenti, compromettendo la loro capacità di apprendimento.
Inoltre, il Rapporto OCSE PISA 2022 ha ribadito che gli smartphone possono rappresentare una fonte significativa di distrazione, in particolare per quegli studenti che li utilizzano frequentemente durante le lezioni, influenzando negativamente la loro attenzione in materie come la matematica.
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