Il governo italiano ha deciso di adottare una linea dura contro le aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario, varando il cosiddetto decreto legge “anti-violenze”. La proposta, annunciata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, arriva in seguito ai gravi episodi di violenza verificatisi nelle ultime settimane ai danni di medici e infermieri, e sarà presto esaminata in Consiglio dei ministri. Il decreto ha l’obiettivo di potenziare la protezione di chi opera nelle strutture sanitarie, introducendo sanzioni più severe per chi commette reati contro il personale sanitario o danneggia le strutture in cui si svolgono attività di cura e assistenza.
Il testo del decreto prevede cinque articoli che apportano significative modifiche al Codice penale e alle normative vigenti. Una delle novità principali riguarda l’introduzione dell’arresto in flagranza per chi compie violenze contro il personale sanitario. Chi viene sorpreso a danneggiare strutture sanitarie o ad aggredire operatori, sia in strutture pubbliche che private, rischia pene che vanno da 1 a 5 anni di reclusione e multe fino a 10.000 euro. L’articolo 635 del Codice penale, riguardante il reato di danneggiamento, viene così aggravato per i casi specifici di violenza o minaccia all’interno di strutture sanitarie o socio-sanitarie.
Una misura innovativa introdotta dal decreto è l’arresto in flagranza differita. In presenza di prove documentali, come video che riprendono l’aggressione, sarà possibile procedere all’arresto anche se l’aggressore non viene fermato immediatamente sul posto. Questo consente di garantire una maggiore efficacia nella repressione dei crimini, soprattutto in contesti dove la violenza viene spesso ripresa da telecamere di sorveglianza.
Il decreto mira inoltre a rafforzare i controlli nelle strutture sanitarie, prevedendo l’adozione di specifiche linee guida sull’uso dei dispositivi di videosorveglianza. Il ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Interno, dovrà stabilire modalità e protocolli che garantiscano la sicurezza del personale, senza però violare le normative sulla privacy. La crescente incidenza di episodi di violenza fisica e verbale nelle strutture sanitarie ha reso urgente un intervento normativo, considerato che spesso i responsabili delle aggressioni sono gli stessi pazienti o coloro che accedono ai servizi di emergenza.
Un caso emblematico di questa escalation di violenza si è verificato recentemente all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Un quarantenne pregiudicato, trasportato in ambulanza al pronto soccorso, è andato in escandescenze all’arrivo al triage, creando disordine e minacciando il personale sanitario. Nonostante l’intervento della polizia, l’uomo ha continuato con il suo comportamento violento, aggredendo fisicamente due agenti. I poliziotti, colpiti con calci, hanno riportato lesioni. Dopo l’arresto, su disposizione del Pubblico Ministero, l’uomo è stato condotto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta. Il Tribunale ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Questo episodio sottolinea ancora una volta l’importanza di rafforzare le misure a tutela dei professionisti sanitari e di garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto.
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