Classifica Censis 2024 è arrivata alla sua ventiquattresima edizione, cosa ci dice sulle Università siciliane? dove peccano i nostri atenei?
Classifica Censis 2024, una prassi abituale o meglio un appuntamento di cui ogni anno si aspetta l’esito e che supporta l’orientamento degli studenti in procinto di immatricolarsi in un ateneo italiano. La nuova classifica è stata appena resa pubblica: riguarda gli atenei italiani statali e non statali, valutandone strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altre agevolazioni per gli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali e infine l’occupabilità. A questo si aggiungono le classifiche della didattica secondo la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali. I punteggi attributi ad ogni università sono da riferire ad un massimo di 110 punti.
L’ingente quantità di dati esaminati dal Censis ha portato alla compilazione di 70 graduatorie, utili a guidare ad una scelta consapevole del proprio futuro. A noi interessa la Sicilia e le posizioni occupate dai suoi atenei nello scenario nazionale.
Divisi in mega, grandi, medi e piccoli a seconda della popolazione iscritta, gli atenei d’Italia non vedono nessuno dei siciliani occupare una posizione nella vetta. Tra i mega atenei però l’Università di Palermo guadagna rispetto lo scorso anno ben 3 posizioni e si colloca subito sotto il podio: al quarto posto con 83,8 punti, preceduta solo da Padova, Bologna e Roma Sapienza. Tra i grandi atenei quello di Messina guadagna 4 posti collocandosi al dodicesimo con 80,7 punti; mentre chiude la classifica dei grandi atenei l’Università di Catania con un punteggio di 76,4.
Tra gli atenei non statali in Sicilia abbiamo l’ Università Kore di Enna che con il suo 77 spaccato retrocede di due posti la classifica rispetto l’anno scorso, collocandosi in ottava posizione, la terzultima.
Se nel paragrafo precedente la classifica era stilata seguendo i risultati di un’ analisi che riguardava le strutture e i servizi universitari, adesso il focus si sposta sulla didattica, considerando invece la progressione di carriera e i rapporti internazionali che intrattengono le università. Nella compilazione si distingue tra lauree triennali, magistrali e al ciclo unico per ogni corso di laurea. In questo paragrafo analizzeremo in quali settori disciplinari le università statali siciliane peccano di più.
Per i corsi di laurea triennali:
Per i corsi di laurea magistrali:
Infine di dati relativi ai corsi di laurea magistrali a ciclo unico:
Ecco arrivato il momento dell’Università Kore di Enna e come per le università statali gli aspetti esaminati sono: progressione di carriera e i rapporti internazionali. Anche in questo caso esamineremo gli ambiti meno eccellenti, sebbene si ricordi che la classifica conta molti meno posti rispetto le statali.
Esaminando le lauree triennali, abbiamo in ultima posizione l’ ambito economico (74 punti), ingegneria industriale e dell’informazione (77), l’ambito letterario umanistico (88), politico – sociale (73,5) psicologico (75); penultima invece in ambito linguistico (85), medico – sanitario e farmaceutico (86).
Per le Magistrali: economia (72,5; penultimo posto), l’ambito linguistico (78, penultimo) e psicologico (70,5; ultimo). Sebbene è da citare il secondo posto ottenuto dall’università ennese in ambito medico, subito dopo il San Raffaele di Milano.
Concludiamo la rassegna con le lauree ciclo unico non statali in Italia, ancora la Kore di Enna ha da migliorare: giurisprudenza (73, penultimo posto) e scienze della formazione primaria (83; penultimo).
Tra alti e bassi, ma mai troppo alti, le università siciliane hanno tanto da dare e insegnare ma non abbastanza: l’internazionalizzazione è il dato che più mette in crisi gli atenei insulari, insieme l’occupabilità.
Perché l’università non è fatta solo di libri e studio, ma diventa luogo d’opportunità e scambio, trampolino di lancio per chi vuol guardare lontano. Possiamo guardare lontano anche dai nostri mari, ma forse dovremmo impegnarci per farlo ancora meglio.
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