È una dura analisi quella del segretario FCL CGIL Sicilia, Adriano Rizza, in commento al bando concorsuale attivato per favorire l’assunzione di 1.265 docenti.
“In Sicilia ci sono pochi posti, circa 1.000, e tanti candidati, circa 40.000, per un concorso che non risolve nessun problema del precariato e del fabbisogno di docenti in tutte le scuole di ogni ordine e grado“, ha difatti affermato il sindacalista, che si è poi soffermato sulle disparità tra Nord e Sud, aggiungendo “nel resto del Paese i posti messi a bando sono 40.000“.
Nella giornata di ieri, 11 marzo, è stato dato ufficialmente il via alle prove scritte della selezione ordinaria 2024, di forte interesse sia per i docenti della scuola dell’infanzia e primaria che per tutte le classi di concorso delle scuole di I e II grado. Per queste ultime, gli scritti si snoderanno tra il 13 e il 19 marzo prossimi.
“È evidente che l’attuale difficoltà a rientrare a casa, ha spinto la stragrande maggioranza degli aspiranti docenti siciliani a partecipare per i posti messi a concorso nella propria regione e non nelle regioni del Centro Nord dove ci sono più possibilità — ha sottolineato Rizza, che continua — la legge, infatti, obbliga i vincitori di concorso a rimanere nel posto in cui vengono immessi in ruolo per almeno 3 anni. Una norma, quella del vincolo, ingiusta e penalizzante soprattutto per i docenti meridionali che la FLC CGIL sta contrastando in tutti i modi possibili“.
Non esattamente parole di encomio, dunque, da parte del sindacalista che mette in evidenza non soltanto la condizione generalmente precaria della categoria ma anche le forti e antiche disparità tra settentrione e meridione, la quali corrono il serio rischio di aggravarsi: “le regioni, grazie al disegno di legge a firma del ministro Calderoli sull’autonomia differenziata, avranno la possibilità di legiferare anche sulla mobilità, sicuramente peggiorando l’attuale condizione“.