Anno bisestile, perché il 2024 conta 366 giorni sul calendario? Ecco di seguito le cause che spiegano il 29 febbraio.
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Anno bisestile, perché il ventinovesimo giorno di febbraio ci sembra una data “speciale”? Se qualcuno si è trovato a dover aprire la home page di Google avrà notato che è stata persino arricchita da un doodle (una versione diversa del logo in occasione di giornate specifiche) dedicato all’anno bisestile: una rana tra due ciottoli che rendano i numeri 28 e 1, che salta via.
Cos’è l’anno bisestile infatti se non un evento santuario, che procede balzando nel tempo con salti di 4 anni ciascuno? Ma forse questa è una questione ancora più bizzarra del paragone con una rana. Di seguito tutte le curiosità su questa data.
Si inizi con i dati astronomici: la Terra per compiere il suo giro intorno al Sole non impiega esattamente 365 giorni, ma 365 giorni e 6 ore, con ancora più precisione 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Molti numeri, sì, ma utili a spiegare il processo: se infatti se l’anno contasse sempre solo 365 giorni, ogni quattro anni il calendario si troverebbe in anticipo di un giorno ed ecco spiegato il “giorno in più” di febbraio. Ma questo non è sufficiente per le complesse leggi del cosmo e se mantenessimo l’anno bisestile solamente ogni 400 anni il calendario si troverebbe in ritardo di tre giorni a causa di quelle più precise “5 ore, 48 minuti e 46 secondi“.
La soluzione a quest’ultimo problema verrà trovata da un papa in tempi non troppo lontani, ma ecco le origini.
“Bis sexto die” è la denominazione latina della definizione di bisestile. Infatti l’anno è stato introdotto nel calendario giuliano, riforma a opera del celebre Giulio Cesare, nel 46a.C (prima di tale riforma, talvolta si aggiungeva un mese intero all’anno). Il giorno era il 24 febbraio, che per allineare il ciclo umano con quello celeste durava 48 ore e quindi era un “bis” di un giorno normale, il doppio.
Nel 1583 però papa Gregorio XIII fece un’acuta riflessione: la primavera secondo il calendario era arrivata l’11 mazzo, 10 giorni prima del vero equinozio. Si decretò una drastica riforma: il giorno dopo venerdì 4 ottobre 1582 sarebbe stato sabato 15. Per evitare che l’errore riaccadesse, con i dovuti calcoli, si stabilì che gli anni multipli di cento sarebbero stati bisestili soltanto se fossero stati multipli anche di 400.
La novità non sempre porta bene. Il 29 febbraio ha sempre goduto di una fama incerta, insomma: “anno bisesto anno funesto”. Il massacro di Monaco di Baviera alle Olimpiadi estive del 1972, lo tsunami nell’Oceano Indiano nel 2004, la diffusione del Corona virus nel 2020, solo per citarne alcuni.
Che sia colpa del 366° giorno, pura casualità o degli uomini nella storia, ai lettori l’ardua sentenza. Intanto si spera per un 2024 il meno funesto possibile.
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