Bonus mamme 2024: ecco in cosa consiste la misura presente nella Legge di Bilancio 2024 e come si fa a richiederla.
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Il Bonus mamme 2024 è una delle novità della Legge di Bilancio, e da poco l’INPS ha dato le indicazioni per attuare l’esonero, che sarà retroattivo da gennaio di quest’anno e riguarderà le lavoratrici donne sia del settore privato che della Pubblica Amministrazione
Si tratta di una esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali, pe un ammontare di circa il 9.19%, coperto direttamente dallo Stato e che comporterà un innalzamento del netto nella busta paga delle beneficiarie. Il bonus è entrato in vigore il 1° gennaio 2024, tuttavia, per l’operatività dello sgravio l’INPS è partita in ritardo presentando le istruzioni solo il 31 gennaio 2024, ma il mese di gennaio sarà recuperabile secondo le indicazioni fornite nella Circolare n.27 del 31-01-2024.
Ecco qui una guida per capire di cosa si tratta e come richiederlo.
Si tratta di un’esenzione dei contributi previdenziali volto a sostenere le lavoratrici donne con figli a carico che le esenta dal pagamento dei contributi previdenziali a carico delle stesse, nello specifico il contributo IVS per le dipendenti del settore privato (cioè i contributi previdenziali dovuti per invalidità, vecchiaia e superstiti) e il contributo FAP per le dipendente delle Pubbliche Amministrazioni.
Il bonus mamme 2024 in busta paga spetta alle lavoratrici madri dipendenti del settore pubblico e privato con almeno due figli, comprese le lavoratrici con figli adottivi o affidati. Le indicazioni dell’INPS contenute nella circolare emanata poco tempo fa sono le seguenti:
l bonus ammonta a circa il 9,19% dello stipendio, ossia la quota di contributi che la lavoratrice dovrebbe pagare come contributo IVS per le dipendenti del settore privato e contributo FAP per quelle della PA, con un massimo di 3.000 euro annui e una soglia mensile di 250 euro, soglie valide anche nei rapporti di lavoro part-time.
Il bonus è un meccanismo di decontribuzione al 100%, cioè non verrà decurtata dal cedolino la quota contributi lavoratore che ammonta a circa un terzo delle spese totali (9,19% a fronte del totale pari al 33% circa). La misura si applica direttamente in busta paga entro i 3.000 euro annui. Questa esenzione è applicata mensilmente e tiene conto dell’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Lo Stato si assume queste spese, alleggerendo così il carico delle tasse che gravano sulle mamme lavoratrici e facendo di fatto aumentare il loro stipendio netto.
Le strade che possono seguire le lavoratrici che rientrano tra le beneficiarie di questo esonero sono essenzialmente due:
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