In Copertina Scuola

Da Roma alla Sicilia per diventare insegnante: chi è il maestro Gabriele noto sui social

maestro-gabriele
Il lavoro di Gabriele Camelo, maestro a Palermo, è diventato virale sui social, scatenando commenti sia positivi che negativi.

Il metodo didattico “alternativo” di Gabriele Camelo, sui social “maestro Gabriele“, sta facendo il giro del web, generando commenti positivi, ma anche negativi. In particolare, gli utenti sono rimasti molto colpiti dai messaggi motivazionali lasciati sui quaderni dei piccoli alunni: “sono fiero di te” ha scritto a Diego, “stai crescendo splendida e sei molto migliorata anche nella gestione delle emozioni” ha scritto invece a Lavinia. Perché la scelta di questo modus operandi? Di seguito le parole del maestro social ai microfoni di LiveUnict.

Da Roma a Palermo

Gabriele Camelo insegna in una scuola elementare di Palermo, ma non è originario della Sicilia: “Io sono romano e ho scelto di vivere a Palermo per un amore viscerale per questa terra – ha detto alla redazione -. Ogni volta che venivo a trovare mia madre (lei è di qui) mi sentivo ‘a pelle’ innamorato di questa terra. Quando si apriva il portellone dell’aereo mi entrava il vento di mare nelle narici, io mi sentivo un’esplosione di felicità dentro“.

Se sono moltissimi i giovani che decidono di trasferirsi al nord Italia per lavorare, il maestro Gabriele ha fatto la scelta opposta: “Ho scelto di fare il maestro per vivere qui. Prima lavoravo in tv, vivevo fra Roma e Milano ma ero rivolto verso una vita che non volevo veramente: perché io volevo vivere a Palermo! Per lavorare in tv bisogna per forza vivere a Roma o a Milano. E a Palermo che faccio? Dovrei avere un lavoro statale. Mi piacciono i bambini: provo a fare il maestro! E ora eccomi qui“.

Advertisements

Sfrutta i vantaggi di TEMU destinati agli studenti universitari per ottenere un pacchetto buono di 💰100€. Clicca sul link o cerca ⭐️ apd39549 sull'App Temu!

La Sicilia come casa

La mattina esco di casa e sento ogni giorno quell’odore distinto che mi rende felice. Sì, lo so che si potrebbe facilmente pensare ai fumi delle stigghiola o al tanfo dell’immondizia per le strade, però oltre a questo secondo me l’aria siciliana ha un odore proprio suo, che a me fa impazzire – ha detto scherzando -. Mi sento a casa anche girando per le strade e mi sento a casa entrando a scuola“.

La Sicilia, dunque, ha affascinato il maestro Gabriele, che se n’è innamorato: “Io esco di casa, giro per le strade ma è come se girassi per casa, ed entro a scuola che è come entrare a casa. Ho scoperto una monogamia assoluta per questa terra: l’ho sposata, mi sento di dire per sempre“.

Il maestro ed i social

Su Instagram, Gabriele ha 146mila seguaci. L’insegnante, infatti, pubblica spesso video e foto riguardanti il suo lavoro e la vita e le emozioni dei “suoi” bimbi, tutto ovviamente autorizzato dai genitori e/o dai tutori legali.

La motivazione? “Credo nel valore positivo della comunicazione e nonostante mi siano state mosse molte critiche su questo continuo a credere nel mio fine – ha risposto ai microfoni di LiveUnict -. Molti dicono che è come se strumentalizzassi i bambini per autocelebrarmi. A parte il fatto che i video sono realizzati dopo un attento consulto legale, e con il consenso dei genitori nonché dei piccoli protagonisti, non credo che raccontare metodi formativi, dolcezza, amore, evoluzioni, abbracci, difficoltà che si sciolgono sia denigrante e dannoso per i bambini“.

Messaggi motivazionali al posto dei voti: perché?

In questi ultimi giorni, i social sono pieni di utenti che hanno ricondiviso le immagini dei messaggi lasciati sui quaderni dei bambini dal maestro Gabriele, ma è davvero un fatto così “straordinario”?

Ogni insegnante corregge i quaderni e quindi in un contesto di affetto è scontato che, correggendo, venga da scrivere questi messaggi. Non ci vedo nulla di straordinario ed ogni insegnante a proprio modo si cura della relazione affettiva (e quindi motivazionale) con i ‘propri’ bimbi – ha detto il docente -. Inoltre, sappiamo che la dimensione motivazionale non è slegata dalla dimensione dell’apprendimento: un bambino non si metterà mai ad imparare a scrivere la lettera M di Mela, se nella mela quel giorno ha trovato un verme e si è messo a piangere. Quindi prima d’insegnare la M di Mela, bisogna curare il suo piccolo trauma e fargli capire che ci sono tantissime mele buone senza vermi, e che comunque i vermi fanno un po’ schifo ma non sono cattivi!

Cosa pensano bambini e genitori del metodo “alternativo”?

I commenti sotto i post resi pubblici dall’insegnante sono sia positivi, che negativi; ma quali sono i feedback da parte dei bambini, che sono i veri protagonisti di questa storia? “I bimbi crescono, evolvono, sono contenti di venire a scuola e mi vogliono bene. Cosa volere di più? – ha detto Gabriele -. I genitori tendenzialmente sono il riflesso di ciò che vivono i bambini, quindi seppure quest’anno io ed i genitori abbiamo ancora bisogno di conoscerci meglio, la nostra conoscenza è mediata (positivamente) da ciò che raccontano i bambini.

Infine, il desiderio del maestro: “Auspico la possibilità di sempre maggiore dialogo fra scuola e famiglia. I genitori hanno bisogno di sapere e capire con chi sono e cosa fanno i loro bambini“.


Libri da leggere nel 2024: 10 letture da non perdere


 

A proposito dell'autore

Gabriella Maria Agata Ventaloro

Nata a Catania nel 2002, studia scienze e lingue per la comunicazione. È appassionata di lingue straniere, arte, fotografia e scrittura e ama vedere il bello in ogni cosa. Collabora con la redazione di LiveUnict da giugno 2021 e la coordina da aprile 2023.

Email: g.ventaloro@liveunict.com