Il bilancio sulle vittime decedute sul posto di lavoro in questi mesi è straziante. Di seguito i dati registrati per sensibilizzare sul tema.
Non siamo neppure a metà anno e il bilancio è straziante: sono 358 le vittime rilevate tra gennaio e maggio 2023 e la media mensile cresce passando da 66 a 71 decessi ogni 30 giorni e 17 alla settimana. Sono 271 gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro e 87 quelli in itinere.
Continua l’appello alla sicurezza dell’Osservatorio Vega Engineering per l’elevata incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Il 100% in più rispetto ai colleghi nella fascia tra i 25 e i 34. L’allarme riguarda anche i lavoratori stranieri: il loro rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto agli italiani, con un’incidenza di mortalità di 20,2 contro il 10,8 degli italiani.
In diminuzione invece le denunce di infortunio totali: -24,1% rispetto a maggio 2022. Un dato positivo che è sempre opportuno chiarire: nei primi mesi del 2022 gli infortuni per Covid erano ancora molto numerosi. Dunque, è la conclusione dell’emergenza sanitaria la vera causa di questa diminuzione. L’attività manifatturiera rimane il settore più colpito dagli infortuni.
In zona rossa nei primi cinque mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 11,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Umbria, Abruzzo, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. In zona arancione: Sicilia, Puglia, Lombardia, Marche e Piemonte. In zona gialla: Veneto, Campania, Liguria e Lazio. In zona bianca: Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Calabria, Basilicata e Molise.
Ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (57). Seguono: Veneto (25), Lazio (23), Piemonte (21), Campania e Sicilia (19), Emilia-Romagna e Puglia (17), Toscana (13), Abruzzo (11), Umbria (9), Marche, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (8), Liguria (7), Sardegna (4), Calabria (3), Valle d’Aosta e Basilicata (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).
La zonizzazione a colori è la nuova rappresentazione grafica elaborata dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro. L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
Nei primi cinque mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 41. Ed è seguito dalle Costruzioni (31), dalle Attività Manifatturiere (29) e dal Commercio (19).
Il lunedì e il mercoledì sono i giorni neri della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi cinque mesi dell’anno (19,2%).
Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 24,1% rispetto a fine maggio 2022. Erano, infatti, 323.806 a maggio 2022. Nel 2023 sono scese a 245.857. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno le denunce erano 47.381, mentre a fine maggio 2023 sono diventate 11.749. Altra conferma, questa, della totale ‘estinzione’ degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.
Anche dopo i primi cinque mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (28.430). Seguono: Costruzioni (12.336), Trasporto e Magazzinaggio (12.048), Sanità (11.749) e Commercio (11.698).
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