Profili, giudizi e condizioni occupazionale dei laureati nel dipartimento di Scienze Biologiche di UniCt, secondo il report 2022 di AlmaLaurea.
Dal 1994, il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea intende perseguire l’obiettivo di farsi portavoce dello “stato di salute” in cui versano i profili e le condizioni occupazionali degli studenti italiani. Grazie alla collaborazione di 80 università che aderiscono al progetto, lungo tutto il territorio nazionale, anche quest’anno sono state possibili le pubblicazioni dei report di AlmaLaurea con i relativi dati sui laureati nell’anno 2022.
Qui di seguito, i risultati dell’analisi condotta in merito ai profili dei neolaureati del dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università degli Studi di Catania.
Le statistiche del rapporto 2022 riguardanti il dipartimento di Scienze Biologiche dell’ateneo catanese indicano un incremento, seppur decisamente leggero rispetto all’anno precedente, nel numero di laureati, che si attesta a 272, tra i quali 258 hanno compilato il questionario.
Il dato che emerge è senza dubbio quello in relazione al gap di genere tra coloro che sono stati proclamati dottori: a fronte del 62,9% di donne, solo il 37,1% è composto da uomini, con un’età media alla laurea che si aggira a poco meno di 26 anni.
Note positive, benché migliorabili, sono senz’altro la media del voto di laurea e la regolarità negli studi. Per quanto riguarda la prima, la valutazione si attesta a 108,3 su un massimo di 110 (a gravare, un piccolo calo se confrontata col dato del 2021) mentre per la seconda il 50,4% dei laureati del dipartimento è riuscito infatti a completare il ciclo di studi negli anni previsti, con un indice di ritardo alla laurea di solo 0,43.
Uno degli indici dei sondaggi di AlmaLaurea viene interamente dedicato ai giudizi degli studenti in merito al loro percorso accademico. Per quanto la maggioranza dei neolaureati interpellati dal questionario abbia espresso un’opinione nel complesso positiva sul corso di studi in Scienze Biologiche di UniCt, vi è però un elemento sul quale risulta piuttosto difficile soprassedere: l’inadeguatezza dei servizi sull’orientamento al lavoro.
La percentuale di studenti che ha usufruito di iniziative formative di questa tipologia è fissata al 56,6% ma il ben 31,5% ha risposto di esserne rimasto decisamente insoddisfatto; allo stesso modo, del 52,7% che ha fruito dei servizi di sostegno alla ricerca del lavoro, soltanto il 15,4% si è detto pienamente soddisfatto.
Oltre a comporre un vivido “sketch” dei profili dei laureati, il sistema di AlmaLaurea traccia anche delle linee ben definite sulla loro condizione occupazionale. I risultati dell’indagine sul tasso di occupazione dei laureati in Scienze Biologiche dell’Università di Catania registrano una percentuale totale pari al 38%, un dato che oltretutto sottolinea il maggiore spazio riservato più agli uomini (39,1%) che alle donne (37,4%). Inoltre, il tasso di disoccupazione raggiunge purtroppo il 29,8%.
I dati riguardanti la professione svolta dai neolaureati sono prevedibilmente polarizzati verso professioni scientifiche e di alta specializzazione (41,7%) ma ad essere più varie sono le tipologie dell’attività lavorativa che viene svolta: il 26% indica di essere coinvolto in un’attività di ricerca e solo il 12,3% ha ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Ultimo dato che non può non saltare all’occhio è quello in merito alla retribuzione, che evidenzia ancora quanto siano radicate le disparità di genere: lo stipendio netto mensile per gli uomini sembra ammontare a 1.246 euro mentre è più snella la retribuzione prevista per le donne, di poco sopra i 1.000 euro.
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