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Catania, società di fabbricazione porte in bancarotta: sequestro di 300mila euro

Catania, società operante nel settore di porte e finestre in bancarotta fraudolenta ne avrebbe attivate altre fittizie. Sequestrati circa 300mila euro.

I finanzieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un decreto con cui il giudice dispone  misure cautelari reali nei confronti degli imprenditori Vincenzo Carastro e Alessio Carastro, rispettivamente, fratello e figlio di Maurizio Domenico Carastro, già sottoposto a indagine, insieme a Giuseppe Eusebio Carastro, per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.

Le investigazioni riguardavano inizialmente la società “Etna Porte srl”, con sede a Catania e operante nel settore della fabbricazione di porte e finestre, che nel 2018 è stata dichiara fallita. Dalle indagini è emerso che gli amministratori avrebbero distratto liquidità e beni aziendali, per oltre 170 mila euro, dalla “Etna Porte Srl”, al fine di formare una nuova società, la “City Door Srl”, amministrata formalmente da una terza parte, Salvatore Giuseppe Asero, e poter proseguire l’attività senza dover far fronte ai debiti maturati.

L’unico debito saldato prima della sentenza del fallimento sarebbe stato quello “privilegiato”, del valore di 70mila euro, contratto con un istituto di credito in quanto erano previste delle ipoteche volontarie che, se azionate, avrebbero potuto colpire i beni posti a garanzia.

Nel settembre 2022 sono stati sequestrati 240mila euro, corrispondenti al  valore delle liquidità e dei beni distratti ovvero oggetto di pagamento preferenziale, provenienti dalle quote societarie della fallita “City door Srl”.

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A seguito di questo sequestro, una terza società, la “Ital porte Srl”, è stata attivata, avvalendosi delle strutture aziendali e dei beni strumentali originariamente della fallita, poi distratti a favore della City door. È emerso, dunque, un collaudato e articolato sistema fraudolento, basato sulla creazione di società formalmente distinte rispetto alla fallita, ritenute in realtà fittizie e tutte riconducibili agli indagati, il cui unico scopo sarebbe consistito nel consentire la prosecuzione dell’attività d’impresa attraverso i beni, le attrezzature e i proventi sottratti alla fallita.

Gli amministratori di “Etna Porte srl” sono stati ritenuti responsabili del reato, in concorso, di bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale. Sequestro di circa 300mila euro alla società “Ital porte srl”.

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