Caro voli: è un esposto dietro l'altro. Dopo quello del Codacons alla procura di Catania e Palermo, Schifani si rivolge alla procura di Roma.
La battaglia contro il caro voli continua, con il presidente della Regione Renato Schifani sempre in prima linea. Dopo l’esposto presentato dal Codacons alla procura di Catania e Palermo, arriva quello di Schifani alla procura di Roma, per le tratte che riguardano i voli per la Sicilia.
Nell’esposto, firmato dal presidente, l’ipotesi è quella della “violazione delle norme sulla concorrenza e conseguente abuso di diritto da parte delle compagnie aeree e per Ita, in quanto di proprietà del ministero dell’Economia ed esercente un pubblico servizio, anche di abuso d’ufficio“. L’esposto è anche indirizzato all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, al ministro delle Infrastrutture e all’Ente nazionale per l’aviazione civile. Ecco, di seguito, il contenuto dell’esposto.
“È di palmare evidenza che se le compagnie aeree, in una determinata tratta ove la domanda di voli in un certo periodo dell’anno è superiore all’offerta, operano tutte quante contemporaneamente, tacitamente e consapevolmente, la rarefazione dei voli a tariffe più vantaggiose (attraverso il contingentamento del numero degli stessi) ed una offerta a seguire (e parallela fra le Compagnie) degli stessi voli a costi progressivamente innalzati, apparentemente rispettano le norme sulla concorrenza, ma concretamente abusano del proprio diritto all’esercizio dell’attività imprenditoriale a svantaggio del diritto all’equo costo della mobilità per i viaggiatori che dovrebbero avvalersi degli effetti benèfici della liberalizzazione dei costi dovuti al mercato ove opera la libera concorrenza. Per la Regione — prosegue il documento — la situazione è ancora più grave se esercitata da una Compagnia privata di proprietà del ministero dell’Economia, esercente un pubblico servizio, che attraverso tali ipotizzate violazioni possono arrecare ingiusti vantaggi patrimoniali al proprio bilancio ed ingiusti svantaggi patrimoniali ai viaggiatori”.
Schifani, inoltre, sottolinea il fatto che la Sicilia sia svantaggiata per una questione di insularità. Una condizione di svantaggio territoriale che, come si legge nell’esposto “è ancora più marcata per i nativi o residenti dell’Isola che in determinati periodi dell’anno (in verità sempre più spesso fortunatamente per il turismo) si trovano a dovere pagare il costo della mobilità allo stesso prezzo di tutti gli altri viaggiatori e, addirittura, in concorrenza con loro”.
Si insiste, quindi, sulla questione della concorrenza, definita come “un esercizio di velocità per i consumatori che possono prenotare con largo anticipo piuttosto che un principio di mercato libero che dovrebbe garantire in primo luogo il diritto alla mobilità da parte dei soggetti appartenenti alla comunità svantaggiata di nativi o residenti di un’Isola”.
Se la Procura dovesse accertare fatti penalmente rilevanti, la Regione si costituirebbe parte civile nel procedimento.
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