Superbonus 110 confermato anche da parte del Senato con 94 voti favorevoli e 72 voti contrari. Di seguito tutte le novità sulle scadenze e sulle aliquote.
Superbonus 110: la Camera dei Deputati ha dato il via al decreto Crediti con 172 si e 114 no, anche il Senato ha dato il via al superbonus con 94 voti favorevoli, 72 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento è stato accettato definitivamente: ecco cosa sapere sulle aliquote e le varie novità.
L’aliquota del superbonus rimane al 110% solo per i condomini che lo scorso anno avevano presentato le Cilas, ovvero la certificazione di inizio lavori e per la ricostruzione degli Immobili in area sismica. Negli altri casi l’aliquota scende al 90%.
Con il nuovo provvedimento, scadenze e aliquote seguiranno una nuova scaletta: il 110% entro il 31 dicembre 2023 in caso di approvazione della delibera che dà il via ai lavori entro il 24 novembre 2022, con Cilas presentata entro il 25 novembre, ossia delibera effettuata entro il 18 novembre e Cilas presentata entro il 31 dicembre 2022.
Inoltre va ricordato che la stessa aliquota 110% spetta anche per gli interventi di demolizione e ristrutturazione per i quali entro il 31 dicembre 2022 era stata presentata la domanda per l’acquisizione del titolo abilitativo ai lavori.
Non è richiesta la delibera da parte di condomini per gli edifici definiti “assimilati” ai condomìni, ovvero quelli fino a quattro unità immobiliari di unico proprietario o in comproprietà, in questo caso non è richiesta la delibera assemblare dell’approvazione dei lavori.
Ma in questo caso per poter usufruire del Superbonus 110 anche per i lavori pagati nel 2023, la Cilas doveva essere presentata entro e non oltre il 25 novembre 2022.
Le posizione politiche sul Superbonus sono abbastanza chiare, Fdl con Marco Osnano sostiene che il Superbonus: “Contempera la necessità di tutelare i conti pubblici con l’obbligo morale di rispondere alle famiglie e alle imprese“; la Lega invece si mostra contraria contro il sistema del Superbonus.
Invece sul fronte dell’opposizione il PD con Chiara Braga sostiene che il provvedimento sia: “L’ennesimo decreto sbagliato di questo governo, nel merito e nel metodo. Occorreva aggiustare il tiro sulla misura ma c’era tempo per un confronto. Invece avete cancellato tutto senza capire che si colpisce la capacità di programmazione di tutti”.
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