"Pandemia imprevedibile, il Paese si prepari", queste le dichiarazioni del Ministero della Salute in merito ai nuovi casi dovuti alle varianti provenienti dalla Cina: la nuova circolare Covid.
Da qualche mese si parla ormai delle varianti che circolano in Cina e che dal Paese asiatico si muovono verso l’Europa. Ma quale impatto avrebbero sul nostro continente?
L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha ricostruito l’attuale quadro pandemico cinese e secondo quanto espresso in una nota: “Non si prevede che l’ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica del Covid-19 nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo. Le varianti che circolano in Cina sono già in circolazione nell’UE e, in quanto tali, non rappresentano un pericolo per la risposta immunitaria dei cittadini UE/SEE.
L’ECDC ha reso noto come, in seguito al picco registrato allo scorso 2 dicembre “nelle ultime tre settimane, l’incidenza è diminuita, probabilmente anche a causa di un minor numero di test effettuati”. In particolare, l’ente riporta che mancherebbero dati certi e affidabili circa i ricoveri ospedalieri e i decessi dei casi; mentre certi sono i dati inerenti alle varianti e sotto-varianti in circolazione.
Tuttavia, a fronte di una “pandemia imprevedibile” così dichiarata dall’ultima Circolare Covid del Ministero della Salute, anche il nostro Paese si prepara ad un eventuale peggioramento della situazione. Già i primi a correre ai ripari, dopo l’aumento dei contagi, imponendo controlli ai viaggiatori provenienti della Cina sono stati i Paesi asiatici; in Europa, l’Italia, seguita da Francia, Spagna e Gran Bretagna.
Il Ministero della Salute, tramite la Circolare Covid in questione pubblicata in Gazzetta ufficiale, afferma: “Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCoV2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione.”
In caso di un evidente peggioramento epidemiologico, si ritornerebbe all’uso delle mascherine al chiuso, al lavoro da remoto e alla riduzione delle aggregazioni di massa, con ventilazione degli ambienti chiusi e intensificazione delle quarte dosi di vaccino anti-Covid, nonché di un’ulteriore dose per alcune categorie a rischio.
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