Categorie: CataniaIn Copertina

Torre del Vescovo: storia del monumento bellico catanese diventato spartitraffico

La Torre del Vescovo, sita a Catania, ha avuto differenti funzioni nel corso della sua storia. Adesso, però, pochi sanno di cosa si tratta: ecco cosa è stata prima di diventare spartitraffico.

La Torre del Vescovo, sita a Catania nell’area adiacente all’ex Ospedale Vittorio Emanuele II, in via Plebiscito, funge ormai solo da spartitraffico. In realtà, però, la piccola costruzione poco attenzionata dai cittadini possiede un ampio bagaglio storico. Di seguito alcune curiosità.

Di cosa si tratta

La Torre del Vescovo è un’antica torre medievale di Catania, costruita intorno al 1302 con l’intento bellico di proteggere la città: è possibile ancora oggi, infatti, intravedere delle feritoie nella parte superiore, una volta fondamentali per scoccare le frecce.

Il nome con cui oggi è conosciuta, però, risale ad un altro periodo: nel cinquecento la peste colpì la città e fu dunque necessario adibire la torre a lazzaretto; fu così che il vescovo Antonio de’ Vulpone la acquistò, e da qui il motivo del nome. Il bastione adiacente, inoltre, facente parte delle Mura di Carlo V, venne inglobato alla torre: le due strutture diventarono insieme l’Ospedale degli Infetti.

Il Bastione degli infetti

La nuova missione medica, con il ricovero di parecchi cittadini colpiti dalla peste nel 1576, fece riconoscere il bastione come Bastione degli Infetti.

Si tratta della struttura del sistema difensivo etneo meglio conservata: mura, porte e bastioni furono infatti quasi interamente distrutti dalla colata lavica del 1669 e dal terremoto del 1693.

La Torre oggi

La Torre del Vescovo è in pianta quadrata, edificata con la tecnica edilizia di pietrame lavico inzeppato con frammenti di terracotta, il tutto tenuto insieme dalla malta.

La torre che fu parte del confine delle mura aragonesi, però, oggi si limita ad essere una piccola aiuola spartitraffico, occupando quel che era il limite nord-occidentale della collina di Montevergine, antica acropoli di Catania. Nonostante il cartello marrone che segnala la sua presenza, infatti, la maggior parte dei cittadini che le passano accanto non sanno cosa sia trattandola, dunque, da mero spartitraffico, non avendo idea della sua antica utilità.

 

Gabriella Maria Agata Ventaloro

Nata a Catania nel 2002, studia scienze e lingue per la comunicazione. È appassionata di lingue straniere, arte, fotografia e scrittura e ama vedere il bello in ogni cosa. Collabora con la redazione di LiveUnict da giugno 2021 e la coordina da aprile 2023. Email: g.ventaloro@liveunict.com

Pubblicato da
Gabriella Maria Agata Ventaloro

Articoli recenti

Scuola, al via le iscrizioni: quali rientrano nel sistema

Al via le iscrizion alle scuole del primo e secondo ciclo di istruzione per l'anno scolastico…

22 Dicembre 2025

Linguaggio e salute mentale a rischio: l’impatto della tecnologia sui bambini

La Società Italiana di Pediatria ha recentemente aggiornato le linee guida sull’uso degli apparecchi digitali…

22 Dicembre 2025

Assegno di inclusione: le novità e cosa cambierà nel 2026

A partire dal 2026, l'assegno di inclusione subirà modifiche significative, sia nell'importo che nelle modalità…

22 Dicembre 2025

Maturità 2026, i punteggi di ciascuna prova: le novità

Come ogni anno l'esame di maturità sarà composto da una prima prova, la seconda prova,…

22 Dicembre 2025

Concorso INPS, si assumono diplomati: i posti in Sicilia

Concorso INPS: pubblicato e aperto il nuovo bando di concorso dell'INPS per la posizione di…

22 Dicembre 2025

Bonus studenti, 1500 euro per chi sceglie una scuola paritaria

Bonus studenti: il uovo emendamento alla manovra introduce un contributo economico destinato alle famiglie che scelgono…

22 Dicembre 2025