Soltanto un secolo fa scorgere una donna al volante risultava tutt’altro che consueto. Oggi, almeno in Italia, le cose sono fortunatamente cambiate ma non per questo occorre dimenticare colei che, prima delle altre, ha fatto proprio questo diritto che profuma di emancipazione. Non tutti sanno che si tratta di una siciliana.
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Curiosa, intraprendente e siciliana: un ipotetico identikit di Francesca Mirabile Mancusio (conosciuta anche come “Nella”) potrebbe prender piede proprio da questi aggettivi. Subito dopo, però, bisognerebbe sottolineare a chiunque non la conoscesse che si sta menzionando la prima donna ad aver conseguito la patente di guida in Italia.
Caronia, piccolo Comune nel Messinese, diede i natali a questa donna destinata a lasciare il segno. Francesca nacque nell’ormai lontano 1893.
La vicenda biografica della siciliana, di nobile famiglia, venne, ad un certo punto, segnata dall’arrivo di un dono inconsueto per una donna ed invidiabile per chiunque. Quando Francesca contava appena sedici anni di età il cavaliere Luigi Mancusio, ovvero suo padre, le regalò un’Isotta Fraschini (modello AN 20/30 HP), dal valore pari a ben 14.500 lire. L’auto, per lei, era arrivata puntuale, anzi persino con troppo anticipo. Tra lei e la sua prima guida si ponevano ora due ostacoli: i pochi anni d’età e l’assenza di un documento ufficiale.
Francesca Mancusio non era pronta a rinunciare a quello che, con ogni probabilità, considerava un proprio diritto e sapeva che non sarebbe rimasta troppo giovane a lungo. Bisognava semplicemente attendere con pazienza. Seguendo quanto stabilito da un apposito Regio decreto, una volta ventenne poté finalmente accedere all’esame di guida e riuscì a superarlo.
Come è possibile leggere dalla foto dello stesso documento, il 5 giugno 1913 il Prefetto della Provincia di Palermo rilasciò alla giovane, dopo il conseguimento del certificato di abilitazione presso il locale “Circolo Ferroviario d’Ispezione”, “il certificato di idoneità” con cui veniva autorizzata a “condurre automobili con motore a scoppio”. Oggi verrebbe più semplicemente definita una patente di guida.
Ancora oggi, digitando “prima donna patentata in Italia”, è possibile scorgere sul web altri nomi femminili: fra tutti, quello di Ernestina Prola, torinese nata nel 1876.
Occorre, a questo punto, procedere con delle precisazioni. Secondo quanto chiarito anche nel 2019 dal Presidente dell’Associazione Cultori Auto di Interesse Storico di Messina ai microfoni de La Repubblica, la vera e propria patente di guida, di cui si dotò la siciliana, non va confusa con la semplice licenza per la conduzione di veicoli, ottenuta già nel 1907 da Ernestina, e non solo. Di fatto più donne incassarono già nel primo Novecento le licenze già citate. Eppure né queste né Ernestina Prola possono essere etichettate quali prime donne italiane regolarmente patentate: tale primato spetta, al contrario, a Francesca Mancusio.
Fu il nipote Giulio Persico a fornire ulteriori interessanti dettagli sulle appassionanti avventure di Francesca. Secondo quanto narrato da Persico ed emerso sempre dall’articolo della testata La Repubblica, dopo la dipartita del marito, la donna visitò l’Europa percorrendola in auto, animata dal desiderio di raggiungere i luoghi visitati da Napoleone.
I viaggi rispecchiavano, certo, la curiosità e la libertà di questa figura ma sarebbero stati anche una fonte di distrazione, in qualche modo una cura. Ma contro cosa? La donna avrebbe tentato di allontanare, almeno per qualche mese, cuore e mente dal costante ricordo di una delusione amorosa proprio allontanando se stessa da casa. In giovane età Francesca si sarebbe legata sentimentalmente ad un avvocato siciliano che l’avrebbe poi lasciata per sposare un’altra donna. Un uomo capace di farla soffrire ma, al tempo stesso, evidentemente impossibile da dimenticare.
L’ultima guida di Francesca Mancusio risale ormai a molti anni fa. Non è più possibile osservarla mentre sale a bordo della sua Isotta Fraschini ma quest’ultima si è fatta carico , con il tempo, di un nuovo importante compito: ricordare e “raccontare” la proprietaria.
Ancora oggi è possibile visitare la prima auto di Francesca: questa è conservata all’interno del Museo dell’automobile di Torino, e qui preserva la memoria della donatrice. Non è la sola. Il tratto di lungomare di Caronia Marina porta proprio il nome della prima donna patentata d’Italia.
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