Smart working: importanti novità a partire da settembre per chi ha il diritto di usufruirne. Ecco le ultime notizie.
Un’estate ricca di novità è stata quest’ultima, tra emergenza idrica e problematiche governative in cui milioni di italiani sembrano essersi dimenticati della pandemia da coronavirus. Ma siamo ormai a gli sgoccioli e bisogna pensare al tanto temuto rientro lavorativo, che dovrà essere rispettoso nei confronti delle norme anti-covid19.
Tra queste problematiche abbiamo sicuramente lo smart working, una misura cardine che l’allora governo Conte Bis, mise in atto per contrastare la prima ondata di contagi che travolse il nostro paese. Oggi si ritorna a discuterne più nello specifico per cercare di trovare il giusto compromesso. Si pensa infatti di nuovi accordi che dovranno essere stipulati volta per volta tra le singole aziende e i propri dipendenti. Ma al tempo stesso resterà invariato il regime semplificato delle comunicazioni al ministero del Lavoro, infatti dal 1° settembre le aziende non dovranno più trasmettere le singole intese raggiunte una per una con ogni dipendente, ma potranno comunicare solo l’elenco dei contribuenti che hanno deciso in autonomia di firmare l’accordo.
Le specifiche riguarderanno l’obbligo per ogni lavoratore di descrivere in maniere dettagliata il patto stipulato con i propri dipendenti e inoltrarlo nel più breve tempo possibile al ministero del Lavoro. In cui all’interno di ogni documento dovrà essere specificata la strategia che si intende mettere in atto per regolare i tempi di riposo del lavoratore, oltre alle misure per assicurare la disconnessione.
La semplificazione voluta dall’esecutivo potrebbe riguardare anche la possibilità per le aziende di integrare le nuove intese con le norme di un regolamento aziendale unilaterale che già risultano attive o di un accordo tra impresa e sindacato stipulato in precedenza. Rimane però ancora in sospeso la questione lavoratori con figli fragili o con figli minori di 14 anni. È stata richiesta una proroga fino al prossimo 31 ottobre, ma la misura non è entrata nel decreto legge Aiuti bis approvato dal Parlamento. In questa circostanza il ministro, Andrea Orlando si è espresso in merito dicendo che: “proseguirà nell’azione per individuare le risorse necessarie” in fase di conversione del decreto.
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