Simone Bianchi e Gabriele Dell'Otto, illustratori di lavori per Marvel e DC Comics, parlano della mitologia dei giorni nostri che si può tranquillamente identificare nei personaggi Marvel, dei miti a tutti gli effetti.
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Il programma di Etna Comics 2022 è ricchissimo di appuntamenti interessanti, con famosi illustratori che vantano un gran numero di lavori per case editrici come Marvel e DC Comics. Tra questi, Simone Bianchi e Gabriele Dell’Otto, che sono stati protagonisti di un incontro dal titolo Rappresentare il mito, seguito da LiveUnict, presso la sala Galatea della location delle Ciminiere che ospita il festival etneo del fumetto, del gioco e della cultura pop.
La nuova mitologia “marveliana” è, senza dubbio, aiutata anche dai nuovi media che si aggiungono al fumetto, come film e videogiochi. Si va, quindi, oltre il confine di quella mitologia studiata in ambito scolastico. A tal proposito, Simone Bianchi afferma: “Questo discorso della nuova mitologia è molto interessante, ha un risvolto sociale. Gli Stati Uniti stanno provando a creare una loro mitologia, in Europa — prosegue Bianchi — ci sono necessità diverse, catartiche e con un valore istruttivo, quasi scolastico. La Marvel è una nuova mitologia a tutti gli effetti, l’esempio più lampante è Thor, insieme a Loki e Odino“.
Il percorso di formazione di un illustratore vede un approfondito studio dell’arte classica, di quelle raffigurazioni che fungono da modelli di ispirazione per realizzare disegni di supereroi, caratterizzati da uno stile statuario. È, naturalmente, il caso di Simone Bianchi e Gabriele Dell’Otto, favoriti anche dai loro luoghi d’origine, rispettivamente Lucca e Roma. Dell’Otto, ad esempio racconta come andare in giro per Roma lo abbia aiutato ad approfondire le proprie conoscenze dell’arte classica: “Venivo portato spesso in giro per Roma a visitare le chiese. Nel tempo, ho sviluppato tutte queste conoscenze e — aggiunge Gabriele — ho imparato anche il valore aggiunto dell’architettura”.
I diversi media a disposizione al giorno d’oggi hanno cambiato la maniera di raffigurare i media. Su carta, si raggiunge un effetto statuario che può venir meno nel medium cinematografico e televisivo. L’esempio che fa Simone Bianchi è quello dei masterpiece della Marvel: “I Marvel masterpiece ancora qui in Italia non esistono, negli Stati Uniti hanno una notorietà pazzesca. Diventa ancor più un esercizio di mito — afferma Bianchi — e l’effetto statuario diventa quasi automatico. È un’icona“.
I due artisti hanno dichiarato di ispirarsi ad alcuni dei più grandi pittori della storia dell’arte ma anche a persone e familiari: “Tre artisti da scegliere? Caravaggio, senza ombra di dubbio, per me il più grande della storia dell’umanità, i surrealisti, soprattutto Magritte e — conclude Bianchi — Salvador Dalì“.
Anche nei tre di Gabriele Dell’Otto è presente Caravaggio, per poi aggiungere gli altri due, di cui uno appartenente all’arte contemporanea: “Il primo l’ha detto Simone, come secondo dico Bouguerau, per me un Caravaggio 2.0, e poi Bernini. Ne aggiungo un quarto — continua Gabriele — che è Norman Rockwell, del ‘900″.
Ma i loro modelli sono anche persone della vita quotidiana. E qui Gabriele Dell’Otto svela una curiosità sul suo manifesto di Etna Comics 2022: “La ragazzina del manifesto è mia figlia, così come il Dante che ho raffigurato io è un mio amico. Ho bisogno di avere un gancio emotivo con me stesso, — afferma Gabriele — così come in un manifesto di Lucca Comics, dove c’è mio figlio“.
Più semplice, invece, la risposta di Simone Bianchi: “Io ho usato mia moglie come modello. E ho usato anche mio padre, soprattutto — specifica Simone — per Asgard, e Odino è ispirato proprio a lui“.
Spesso e volentieri, un disegnatore rimane spiazzato vedendo la versione cinematografica di quel personaggio disegnato più volte, quel personaggio che nel grande schermo è perfetto. Ed è sorto quasi spontaneo chiedere ai due illustratori quali sono i loro pensieri durante la visione in live action di quei personaggi che essi raffigurano su carta.
“Io penso che al personaggio su carta venga aggiunto qualcosa di nostro. Al cinema — afferma Bianchi — questo processo non c’è e questo toglie molto quel senso di meraviglia“.
Gabriele Dell’Otto, totalmente d’accordo con quanto affermato da Simone Bianchi, aggiunge: “Viviamo in un periodo storico in cui il bello deve essere dappertutto. Una volta mi è stato chiesto di disegnare Wolverine. Il Wolverine che disegno io — continua Dell’Otto — è alto 1,60. Solo dopo ho scoperto che la richiesta era quella di disegnare il Wolverine del cinema. A volte, penso che nel cinema bisogna fare delle scelte coraggiose, che verranno senz’altro ripagate”.
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