Concorso ordinario scuola: il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, commenta il fallimento delle prove e promette concorsi annuali.
Concorso ordinario scuola: è un disastro l’espletamento delle prove del concorso rivolto ai docenti e agli aspiranti docenti in possesso dei 24 CFU. Le prove sono iniziate a marzo e sono ancora in corso, ma la percentuale di bocciati è già altissima.
Vediamo cosa è successo e come ha commentato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.
Sin dal primissimo giorno di prove, il tanto atteso concorso per i neonaureati e i docenti con i 24 CFU ha creato una valanga di polemiche. Già da subito, e senza distinzioni relative a classi di concorso, i bocciati sono stati tantissimi. I test a risposta multipla si sono rivelati totalmente inadeguati a testare le competenze dei docenti, che si sono lamentati di un quiz nozionistico, dove la fortuna ha giocato un ruolo preponderante.
Sono tanti i candidati bocciati a voler procedere con un ricorso, ma le speranze sono effettivamente basse. Non sembrano esserci state, infatti, irregolarità tali da poter invalidare il concorso. Sono state le modalità, piuttosto, a spiazzare i candidati che, davanti a un test fin troppo nozionistico, hanno visto sfumare un sogno e anni di preparazione.
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha commentato duramente le polemiche relative alle prove: “È un concorso che noi abbiamo ereditato dal passato, con una modalità di organizzazione anche delle prove che si è dimostrata non adeguata”.
Il ministro assicura infatti che “andremo verso concorsi annuali. Questo era l’ultimo passaggio di una storia precedente che ha dimostrato tutti i limiti, non c’è nessun dubbio”.
“Bisogna andare invece – ha continuato Bianchi – verso concorsi annuali avendo ben chiaro quanti sono i posti vacanti disponibili in ogni area, bisogna ovviamente trovare la maniera per permettere a tutti di trovare il loro percorso di vita però avendo ben chiaro anche che questo era l’ultimo passaggio di una storia precedente che noi abbiamo l’obbligo di chiudere ma che sicuramente ha dimostrato tutti i suoi limiti”.
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