Anticorpi monoclonali, in Sicilia la terapia funziona e ha già guarito 1800 persone. Ecco come viene applicata nell'Isola e i "miracolosi" risultati raggiunti.
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Sono 1.799 i pazienti guariti con gli anticorpi monoclonali in Sicilia, proteine prodotte in laboratorio che “imitano” la capacità del sistema immunitario di combattere il virus e che sono capaci di bloccare lo stesso virus al suo ingresso nelle cellule. Ogni flebo costa circa 1000 euro e in poche ore riesce a guarire dal Covid. Una terapia tanto efficace che alcuni parlano di “miracolo” e che nell’Isola viene applicata soprattutto a Catania, all’Ospedale Cannizzaro, primo per pazienti trattati con cure monoclonali in Sicilia.
“Sono farmaci che vanno a interferire con la proteina spyke del virus bloccando la replicazione virale e sono soggetti al monitoraggio dell’Aifa, naturalmente non disponibili in farmacia – spiega Chiara Iaria, primario dell’unità di malattie infettive dell’ospedale Civico di Palermo, dove sono circa un centinaio i pazienti trattati con i monoclonali – ma vengono inviati direttamente dal ministero della salute ai due poli di riferimento che in Sicilia sono le farmacie ospedaliere dell’ospedale Cervello di Palermo e al Garibaldi di Catania, che poi su richiesta forniscono gli altri ospedali“.
Le cure monoclonali più conosciute sono il Bamlanivimab e l’Etesevimab, che in ospedale vengono utilizzati in terapia combinata, così come Casirivimab e Imdevimab, che si possono utilizzare anche nei pazienti ospedalizzati. L’ultimo arrivato, invece, è il Sotrovinab, il più efficace nella variante Omicron.
All’ospedale Cervello di Palermo i risultati su 300 pazienti curati con anticorpi monoclonali sono “brillanti“, secondo i medici. “Vanno somministrati immediatamente, entro cinque, otto giorni dall’insorgenza dei primi sintomi, perché se s’innesca la patologia non hanno più alcuna efficacia – spiega Tiziana Maniscalchi, direttore dell’area di emergenza dell’ospedale Cervello di Palermo -. Ho visto persone alzarsi dal letto dopo mezz’ora, un’ora dalla somministrazione, sembrano davvero miracolosi.
I criteri di somministrazione sono molto rigidi – continua -, deve essere fatto nella fase iniziale e soprattutto sono indicati per over 65, soggetti obesi, diabetici, talassemici, con fibrosi cistica, cioè pazienti che hanno comorbilità importanti”.
Il farmaco più indicato per la variante Omicron, responsabile dell’80% dei contagi Covid in Italia, è indisponibile in Sicilia. Si tratta del Sotrovinab, che finora ha offerto i risultati migliori. Le scorte dovrebbero arrivare dalla struttura di emergenza nazionale, che rifornisce la dotazione delle regioni. In sua assenza, tuttavia, vengono utilizzati i farmaci antivirali.
“La terapia alternativa è con antivirali – sottolinea la dottoressa Iaria – oggi abbiamo l’antivirale Molnupinavir approvato e in utilizzo, e in fase di approvazione c’è il Paxlovid. La loro efficacia è dell’80% nel ridurre la progressione della malattia e andrebbero somministrati entro 5 giorni dalla data di positività al Covid, così come gli anticorpi monoclonali“. Il Molnupinavir è in uso anche in Sicilia dallo scorso 4 gennaio. “È la terapia orale – conclude Cananzi – ci sono state consegnate 360 terapie per altrettanti pazienti. Abbiamo anche il Remdesivir, che può essere utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste in una somministrazione endovenosa, è di 3 giorni”.
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