Elena Zecchin è in tour tra le città più inquinate d'Italia per sensibilizzare alla lotta contro i cambiamenti climatici. La vernice che usa per le sue opere, però, è molto particolare. Ne ha parlato l'artista ai microfoni di LiveUnict.
Nelle scorse settimane Catania si è unita allo sciopero globale per il clima con una manifestazione molto partecipata. Messi da parte striscioni e megafoni, ma non le idee, qualcosa di tangibile è rimasto. A due passi dai Benedettini, dentro il parcheggio AMT di via Plebiscito, un murales “mangia” lo smog prodotto dalle auto e aiuta a pulire l’aria circostante, proprio come farebbero degli alberi. Si tratta dell’opera dall’artista Elena Zecchin per “Buchi Bianchi Tour”, un giro che l’ha portata a realizzare murales a tema ambientale in tutta Italia per sensibilizzare alla lotta contro la crisi climatica.
Classe ’98, nata ad Alessandria, prima e dopo la manifestazione la giovane attivista è intervenuta ai microfoni di LiveUnict per raccontare il suo percorso artistico e per spiegare come funziona la vernice che usa per le sue opere. “Mi piace disegnare da sempre – dichiara Zecchin a proposito dei suoi esordi -, per questo ho studiato al liceo artistico e successivamente all’accademia, ho sempre saputo che era la mia strada”.
Con “Buchi Bianchi Tour”, la giovane artista ha intrapreso un tour nelle 10 città più inquinate d’Italia, come quella da cui viene, Alessandria. “Grazie a Fridays For Future ho avuto la possibilità di entrare in contatto con altri attivisti d’Italia – dichiara Elena – e ho capito che non siamo soli in questa lotta”. Anche Catania rientra in questa poco invidiabile classifica: secondo il rapporto Clean Cities di Legambiente, il capoluogo etneo è tra le città con il parco auto più alto d’Italia, 73 vetture ogni 100 abitanti. Per questo Elena ha dedicato un “indelebile” ricordo a Catania.
Ma come mai proprio i murales? Per l’attivista si tratta di una forma d’arte molto speciale, soprattutto dato il tema affrontato: “Il cambiamento climatico è un problema astratto, che potrebbe essere risolto ma le soluzioni non vengono comunicate nel modo giusto. I murales sono solo uno dei tasselli che lanciano il mio messaggio e quello della nostra generazione: preservate il nostro futuro“.
Sono tantissime le persone che grazie a questa iniziativa stanno imparando a conoscere la gravità della situazione ambientale, e anche la forma d’arte del murales. “Molti si sono appassionati a questo tipo di pittura – aggiunge l’artista – e vorrebbero utilizzarla o venire ad aiutarmi a dipingere. I murales stanno prendendo sempre più piede anche a livello pubblicitario oltre che artistico”.
Oltre alla forma d’arte in sé, poi, c’è anche il mezzo utilizzato, la vernice Airlite, capace di pulire l’aria da inquinanti come le polveri sottili, formaldeide e da tutte le sostanze chimiche nocive. “Questa pittura non è uno spray – spiega l’artista -, ma proprio una pittura che si stende a pennello, è a base minerale e rende gli inquinanti nell’aria dei sali inerti innocui, perciò di fatto depura l’aria, ogni metro quadro di vernice corrisponde a un metro quadro di foresta“.
Don’t waste, Catania, recita l’opera di Elena, che attraverso una vernice non inquinante dà l’esempio: tutti possono dare il proprio contributo per rendere vivibile il nostro pianeta, basta semplicemente volerlo.
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