Laurea ad honorem per il capo dello Stato presso l'Università di Parma, dove il Presidente ha parlato di Europa, di impegno maggiore per le università e di crescita.
Sergio Mattarella è stato accolto con grande entusiasmo e fragorosi applausi presso nella chiesa di San Francesco del Prato a Parma, dove si è svolta la cerimonia per il conferimento della laurea magistrale ad honorem in Relazioni internazionali ed europee da parte dell’università di Parma.
“Un momento emozionante. Questa cerimonia si svolge in un luogo splendido e denso di significato, pieno di storia e storie, un luogo che riparte dopo tanti anni. Il pieno recupero della chiesa di San Francesco del Prato è orgoglio per la nostra comunità“. Sono queste le prime parole pronunciate dal rettore Paolo Andrei, che aggiunge: “l’Università riparte, con rinnovato slancio, dopo un periodo difficilissimo“.
Dopo la consegna di tocco e pergamena, la parola è passata al presidente Mattarella, che ha parlato di Europa: “L’Ue ha compiuto una svolta in questi mesi, sin dalle prime fasi della pandemia e poi culminata con il Next Generation. Ha mutato i paradigmi che avevano condizionato le politiche continentali nelle precedenti crisi degli anni Duemila, penalizzando fortemente i Paesi più deboli. È stata una lezione per la Ue, che ha sollecitato una visione lungimirante: far diventare questo Piano la spina dorsale di una più solida e più equa, integrazione. Si tratta di un salto di qualità, capace di rafforzare i legami già esistenti tra i popoli e gli Stati dell’Unione“.
Le parole del presidente non tralasciano la vita degli studenti universitari: “Forse è giunto il momento per chiedere che le istituzioni europee inseriscano nella loro agenda, accanto alle grandi questioni incompiute della sicurezza e della armonizzazione economica e fiscale, anche il tema della dimensione universitaria. Appare maturo il tempo di un diritto universitario europeo, inserito se necessario nei Trattati, così da porre il nostro continente all’avanguardia nel fornire un supplemento di garanzie, se occorre anche speciali e temporanee, agli studenti e ai docenti delle università, nel loro percorso. Si tratta di questione che deve essere proposta e può trovare posto nel percorso di riflessione della Conferenza sul futuro dell’Europa“.
Non manca la voglia di rivincita nelle parole del capo dello Stato che sottolinea: “Esiste un grande paradosso: siamo la nazione che ha dato origine, forza e continuità all’idea di università – e l’Ateneo di Parma vanta questo titolo, insieme ad altri antichi atenei – ma il nostro Paese si trova in coda, purtroppo, per numero di laureati, per investimenti. La nostra università non risulta attrattiva come meriterebbe. Potremmo dire: non è amata come dovrebbe“. Per il Capo dello Stato “sta a noi utilizzare anche le disponibilità del Piano di ripartenza per dare maggior forza alle università e renderle ancor più una risorsa essenziale per lo sviluppo del Paese“.
Dopo la cerimonia, il presidente della Repubblica ha visitato la mensa Caritas della città.
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